Puntare il dito
DiMartedì, bomba su Di Battista: "Con Meloni e Lega", clamoroso sospetto
È alta tensione a DiMartedì. Protagonisti dello scontro in onda il 18 aprile su La7, Stefano Bonaccini e Alessandro Di Battista. Ad aprire le danze l'ex esponente del Movimento 5 Stelle. È lui a lanciare una frecciata al nuovo Pd di Elly Schlein. "Nuovo Pd? In che senso? - domanda ironico -. Non vedo grandi differenze. Sull’Ucraina, la questione principale che riguarda le nostre vite, la linea del Pd è identica alla linea di Fratelli d’Italia, la linea della Schlein è identica a quella della Meloni: sosteniamo l’Ucraina, mandiamo più armi e di negoziato non parla nessuno".
A quel punto il governatore dell'Emilia-Romagna cita le parole di un altro dem, Gianni Cuperlo: "Se non avessimo sostenuto la resistenza Ucraina non ci sarebbe più quel Paese, se la Russia si vuole fermare si fermerà la guerra. Abbiamo fatto bene a sostenere questa linea. Ora serve cercare una via diplomatica per arrivare a una pace giusta". E dopo averlo provocato sulle sue numerose sconfitte alle Primarie, Dibba chiede perché non si mandano le armi anche ai palestinesi.
Bonaccini non rimane a guardare e cavalcando l'onda di una domanda del conduttore (ha chiesto all'ex Cinque Stelle se possa mai votare il Pd), lo incalza: "In un sistema bipolare, come ormai è tornato a essere quello italiano, penso che lei, Di Battista, dovrà scegliere dove stare: o si sta di qua o si sta di là. Visto che lei è una persona appassionata di politica dovrà scegliere se stare con il Partito democratico o stare con FdI e la Lega. Questa è l’alternativa". Da qui l'auspicio che Dibba "possa trovare le ragioni per immaginare che un’alternativa al centrodestra possiamo costruirla, a partire dai valori di libertà e democrazia". Risultato? L'ex pentastellato non commenta.