Telerissa
Non è l'arena, raptus-Vittorio Sgarbi: "Loro mer***, tu distribuisci terrore". Travolto Pregliasco, parole grosse su "Dio"
Si mantiene calmo, Vittorio Sgarbi, poi esplode in studio da Massimo Giletti a Non è l'arena contro il virologo Fabrizio Pregliasco, letteralmente annichilito dalla furia dialettica del professore. "Hai distribuito in tv la paura per una malattia che è di gran lunga meno importante del cancro!", lo accusa Sgarbi, sostenendo come la drammatizzazione dell'epidemia del Coronavirus e le regole non omogenee, diverse da Paese a Paese, abbiano contribuire a peggiorare, anziché migliorare, la situazione.
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In studio a La7 si parla di Covid e cure "alternative" a casa, con uno dei fautori di quest'ultima via, il contestatissimo dottor Andrea Stramezzi. Sgarbi non vuole entrare nel merito scientifico del dibattito ("Sono ignorante e dunque non ne parlo") ma affronta la questione, per così dire, da un punto di vista filosofico.
"Ho vissuto due anni duri, in cui l'incubo e la paura hanno dominato la nostra vita. Anni in cui, mentre siamo tutti certi che il fumo porta al cancro, eppure erano aperte le tabaccherie. Un fatto singolare. Grande protezione per raffreddore e influenza da polmonite, nessuna preoccupazione per epatite C, cancro, fumo. Puoi tu pensare che l'amico Pregliasco non sia multato da me, sindaco di Sutri, se va in automobile con la mascherina? Perché è un reato contro la ragione. All'epoca era proibito andare in bicicletta...".
"Ma è una indicazione generale", contesta Pregliasco. "Sì ma non puoi imporre a una persona di non fare una cosa che non porta nessun danno", replica Sgarbi, che poi cita il medico di Ardea Mariano Amici e lo stesso Stramezzi: "Bravi medici che non si sono piegati al Dio Vaccino e per questo trattati come delle m***e. Pregliasco di Stramezzi ha detto quattro volte 'demenziale'. Invece non è demenziale". "Però è un testimonial sbagliato", sottolinea ancora Pregliasco. E qui Sgarbi va sul personale: "Anche tu lo sei stato, quando hai distribuito terrore in tv per una malattia di gran lunga meno pericolosa del cancro". "Ci voleva - taglia corto il virologo -, era una malattia pericolosa".