botta e risposta
Otto e Mezzo, Andrea Scanzi accusa Salvini sul caso Morisi: "Come poteva non saperlo?". E Sallusti lo travolge
Si parla di Luca Morisi, ex responsabile della comunicazione di Matteo Salvini, a Otto e Mezzo. Nel programma di Lilli Gruber in onda su La7 tra gli altri ospiti ci sono Andrea Scanzi e Alessandro Sallusti. Proprio loro due danno vita a un botta e risposta sull'accusa avanzata al "guru" della Bestia, indagato per cessione e detenzione di stupefacenti. "Non scherziamo, se la stessa cosa fosse successa a Casalino i leghisti marcerebbero su Roma - interviene subito la firma del Fatto Quotidiano -. Si fa fatica a dire che non ha conseguenze politiche perché Morisi è la persona più vicina a Salvini. Lui è il creatore della propaganda di Salvini sui social. Morisi è stato lo sdoganatore del massacro o del dileggio mediatico del nemico. Basta pensare a Speranza".
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Finito qui? Niente affatto, Scanzi prosegue: "Ora tutto si ritorce contro Morisi. Salvini ha fatto bene a dire quelle cose che ha detto, ma non è mai stato così buono nei confronti di altre situazione analoghe come con Cucchi. Salvini le sta sbagliando tutte. A quel punto a prendere la parola è il direttore di Libero, in evidente contrasto con il collega: "Imbarazzante o divertente dipende dai punti di vista. Sentendo gli interventi di stasera sembra che sia accusato Salvini. Segnalo che i grillini hanno indetto un referendum per legalizzare l'uso di stupefacenti". Poi l'accusa: "Scanzi non è stato così dogmatico quando Grillo è andato in tv a insultare le donne violentata e a difendere il figlio". Da qui la conclusione di Sallusti: "Questa è la strumentalizzazione di un fatto vero ma non sappiamo neppure di che sostanza si tratti". Per il direttore il tempismo, a ridosso delle amministrative, è sospetto.
"Ma se ha sbagliato Grillo - dice la sua Scanzi -, non è che non si può parlare di Salvini. Lui e Morisi passavano tanto tempo assieme, possibile che non se ne sia accorto?". Una domanda che fa rabbrividire Sallusti: "Chi lo dice? Non abbiamo nulla in mano". "Certo, come no", finisce con una provocazione Scanzi mentre il direttore chiude la polemica.