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Coffee Break, "Renzi più minoranza di gay e immigrati"? Alessandra Moretti beccata così, l'ultima pugnalata a Matteo

Vedi alla voce: avere una faccia come una Moretti. A Coffeebreak il condirettore di Libero Pietro Senaldi, in collegamento da Milano, ironizza su quanto sta accadendo in questi giorni sul Ddl Zan. Uno dei tanti psicodrammi a sinistra, con Enrico Letta e il Pd schierati a difesa della legge contro la omotransfobia firmata dal deputato dem, praticamente gli unici visto che Italia Viva si è sfilata. Matteo Renzi vuole un compromesso con Matteo Salvini e la Lega, e l'alternativa del ddl Scalfarotto sarebbe all'insegna del "piuttosto che niente meglio piuttosto". 

 

 

 

 


Una posizione pragmatica che ha attirato su Renzi minacce e insulti, pure quelli di Chiara Ferragni su Instagram ("Cari politici fate schifo", ha attaccato con foto dell'ex premier e di Salvini). "Siamo in clima di tutela delle minoranze - ha scherzato Senaldi -, Renzi ha detto di aver ricevuto delle minacce di morte sul Ddl Zan: ecco, io farei una legge per tutelare i renziani, che in Italia sono meno degli immigrati, meno degli omosessuali, meno delle lesbiche, meno di tutte le minoranze che noi ci affanniamo a difendere".

 

 

 

 



In collegamento da Strasburgo c'è anche Alessandra Moretti, veneta verace ed europarlamentare del Pd. Prima ascolta attenta, poi, beccata dalla regia di La7, se la ride di gusto (come tutto lo studio, per la verità) dopo la battuta di Senaldi. Piccolo particolare: la Moretti era una delle valchirie renziane elette all'Europarlamento nel 2014, quando il Pd dell'allora premier fece il botto superando il 40%.

 

 

 

 

 

Per anni lo ha difeso a spada tratta, anche quando era indifendibile, rimediando spesso figure barbine nei talk tv. Al momento della scissione di Italia Viva, la vicentina ha scelto di non lasciare la casa madre, forse intuendo che la sua carriera politica avrebbe avuto più chance al Nazareno che a Firenze. Ecco perché il suo sorrisetto divertito assomiglia tanto una pugnalata al leader che ha contribuito a regalarle una nuova e benissimo retribuita carriera.