La polemica
DiMartedì, Alessandro Sallusti contro Michele Santoro: "Figliuolo? Becero qualunquismo anti-militarista"
"Mi stupisco che un uomo intelligente come Michele Santoro si abbassi al più becero qualunquismo anti-militarista". Alessandro Sallusti, in collegamento con DiMartedì su La7, commenta duramente le parole del giornalista che in studio da Giovanni Floris aveva appena finito di criticare la scelta di un militare come Francesco Paolo Figliuolo alla guida della "macchina" anti-coronavirus.
Il commissario straordinario, intervistato dallo stesso Floris qualche minuto prima, aveva rivendicato la scelta di sfoggiare sempre la divisa: "Penso dia sicurezza alla gente, la indosso con orgoglio e passione da 40 anni", era stata la sua risposta ascoltando Michela Murgia, la scrittrice che l'aveva paragonato ai dittatori stranieri.
"Innanzitutto, i civili hanno fallito - sottolinea il direttore di Libero Sallusti -, Arcuri e Conte ci hanno provato e hanno fatto un buco nell'acqua. Secondo: i militari sono i custodi della democrazia, giurano sulla Repubblica e l'unità del Paese, muoiono per essa. Voglio vedere se domani dove abita Santoro arriva un'alluvione, arrivano i militari e lui dice no no no".
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"Io sono il primo a riconoscere l'importanza e il valore dell'esercito - replica Santoro -, quello che sto disperatamente cercando di dire è che in un momento in cui la democrazia è stata ridotta, per forza di cose, e commissariata, anche i simboli hanno la loro importanza". "Ma i militari sono un pezzo importantissimo della democrazia, non sono extra-parlamentari", ribatte Sallusti.
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"Però se io in una certa situazione, in cui il dibattito è spento, il Parlamento è separato, i consigli regionali ridotti a uomini che fanno presidenti e il resto tace, ci metto anche il generale in campo, vuol dire che sto dando un segnale...". "Ma se il generale funziona, funziona", nota con lapalissiana evidenza Sallusti. "E allora facciamo la Grecia", è la provocazione finale di Zio Michele. Sipario (triste).