Bobo vuole la testa di Reguzzoni
Veleni e bordate. A Roma come a Varese. La Lega è ormai dilaniata e nessuno si sforza più di nasconderlo, tanto che a Montecitorio si riaccende la polemica sul capogruppo Marco Reguzzoni. I maroniani vorrebbero la sua testa entro domenica, prima della manifestazione di Milano. L’interessato non commenta e annuncia una mozione di sfiducia contro il ministro Corrado Passera, «per la sua manifesta incapacità di creare sviluppo nel Paese». Nell’attesa, nella culla del movimento, questa sera c’è un appuntamento a suo modo storico: Roberto Maroni è atteso al teatro Apollonio di piazza Repubblica. È la prima uscita di Bobo davanti ai militanti dopo lo strappo con Umberto Bossi che lo voleva censurare, la conseguente rivolta della base e la retromarcia del Senatur. Tra il pubblico sono attesi parecchi parlamentari ma non Reguzzoni. Il leader deciderà all’ultimo. Potrebbe spuntare Maurilio Canton, responsabile provinciale malvisto dai maroniani. Ieri s’è diffuso l’allarme: ai militanti sarebbe stato consigliato di restare a casa, pena provvedimenti disciplinari. Canton ha smentito. Poi è spuntata quest’altra voce al cianuro: alcune segreterie organizzano pullman gratuiti per andare a Varese questa sera, mentre domenica (per Bossi a Milano) saranno a pagamento. Reazioni indignate del cerchio magico, i colonnelli vicini alla famiglia di Umberto: «E questa sarebbe la Lega degli onesti?». I maroniani ribattono: «Falsità». Ieri son volati gli stracci anche in quel di Montecitorio. I fedelissimi dell’ex ministro vogliono la testa di Reguzzoni. Dopo Gianluca Pini e Giacomo Stucchi, ieri hanno tuonato Maurizio Fugatti e soprattutto Gianni Fava. Il primo usa il fioretto: «Fermo restando che tutte le decisioni spettano a Bossi, non c’è dubbio che la problematica del capogruppo è un tema che può essere affrontato, nella volontà di rasserenare il clima». Fava va di sciabola: «Se si analizza la vicenda interna alla Lega, si vede che dall’elezione di questo capogruppo è un susseguirsi di battaglie, lotte, bagarre senza precedenti. Gli indizi di colpevolezza sono palesi». Il deputato mantovano parla addirittura di «emergenza da risolvere» e invoca un passo indietro di Reguzzoni. Replica Marco Desiderati, uomo del cerchio magico. Nega che Reguzzoni «sia un’emergenza» ma avverte i rivali interni: «Se volete pensare a qualche poltrona da occupare e non al governo Monti che sta massacrando la Padania, almeno abbiate il coraggio di dirlo apertamente. Il collega Fava sbaglia». Continua anche lo scontro sui congressi, che Maroni vuole a tutti i livelli. Ieri è saltato su Luca Zaia, governatore del Veneto: «I congressi si devono fare, io sono socio ordinario militante e voterò in base alle candidature». Lunedì 23, dopo la manifestazione di Milano, ci sarà il consiglio federale in via Bellerio. Senza miracoli, voleranno gli stracci. di Matteo Pandini vai al blog Padanians