Le Regioni? 66 milioni di aumento
C’è la “Casta” nazionale, che difende con le unghie e con i denti privilegi, vitalizi e congrui emolumenti, e ci sono poi le “caste” regionali, non meno attente a salvare i rispettivi budget. Poco cambia per il comune cittadino/contribuente chiamato a pagare ogni anno fior di quattrini per garantire le spese di mantenimento di organi dello Stato. Sull’onda lunga dell’indignazione popolare - e facendo leva sulla difficile fase congiunturale che impone sacrifici a (quasi) tutti - qualcosa per limare le unghie all’ingordigia dei politici è stato annunciato. Però, a controllare bene, i costi di funzionamento delle giunte e dei consigli regionali non è che siano diminuiti sensibilmente. Anzi, in alcuni casi, sono pure lievitati e dopo un anno di attenzione (il 2010) si è tornati a spendere. Libero ha chiesto al Dipartimento Politiche territoriali della Uil, guidato dal segretario confederale Guglielmo Loy , di passare al setaccio i costi politici delle 20 regioni (più le province autonome di Trento e Bolzano) ed è saltato fuori che, nonostante tutte le rassicurazioni e le promesse, le spese di funzionamento di consigli e giunte sono aumentate. Dello 0,4% se mettiamo a confronto il 2010 con il 2011. E addirittura del 5,9% se paragoniamo il 2009 con l’anno appena concluso. «È pur vero», premette Loy, «che quest’anno in 13 Regioni i costi sono diminuiti rispetto al 2010, anche se bisogna sottolineare che lo scorso anno si sono rinnovati 13 Consigli Regionali e tali spese hanno pesato sui costi istituzionali delle singole Regioni». Ma ciò che sorprende è che «nelle restanti Regioni continua, nonostante tutto, il trend di aumento, ben ripartito tra Nord, Centro e Sud e, soprattutto, al di là del “colore” delle singole giunte». Insomma, quando c’è da spendere non si fa differenza tra destra, centro e sinistra. Tutti insieme allegramente. L’aumento più consistente in termini percentuali si registra in Umbria, con il 37,9% rispetto all’anno precedente. Il che, tradotto in soldoni, vuol dire che i costi per il funzionamento del consiglio regionale e della giunta di Perugia sono passati da una spesa di 21,3 milioni di euro a ben 29,3 milioni di euro. Un’impennata notevole. Non se la passano poi tanto male in Piemonte, che ha visto balzare i costi per gli organi politici e di governo regionali di ben il 14,2%. In quattrini sonanti i politici locali piemontesi ci sono costati quasi 9 milioni di euro in più (74 milioni) rispetto al 2010. Quasi 18 milioni di maggiorazione se paragoniamo i costi 2009 con quelli dell’anno appena finito. In Puglia - tra il 2010 e il 2011 - l’aumento dei costi per giunta e Consiglio è stato del 7,2% (43,8 milioni). Circa 3 milioni in più rispetto al 2010, ma comunque circa 100mila euro in meno di quanto si è speso nel 2009. L’Abruzzo ha invece un andamento di spesa “politica” costante e crescente: 25,7 milioni nel 2009, 28,3 nel 2010 e 30,1 nel 2011 (nel triennio un rincaro dei costi del 16,8%). Nell’ultimo biennio l’aumento è stato del 6,1%. Mentre il Lazio mette a segno rispetto al 2010 un incremento del 2,9%. Tutto sommato un aumento contenuto, verrebbe da dire. Peccato che l’incremento in numeri assoluti salti all’occhio: dai 99,8 milioni spesi nel 2009 si è passati agli oltre 128,3 milioni del 2010, per poi sfondare nel 2011 la soglia dei 132 milioni. Tanto per capirci, nel triennio la maggiore spesa percentuale è stata del 32,2%. La lista degli “spendaccioni”, fortunatamente, finisce qui. Poi ci sono regioni più virtuose, che effettivamente hanno saputo tagliare. E così la diminuzione più alta si registra in Liguria con il 12,3% di costi in meno rispetto all’anno precedente; nella parsimoniosa Provincia Autonoma di Trento (meno 7,2%); e, incredibile a dirsi, in Campania (meno 6,5%); nella Provincia Autonoma di Bolzano (meno 5,4%); in Toscana (meno 4,1%). In valore assoluto la spesa più alta per quest’anno si registra in Sicilia, dove tra giunta e Consiglio regionale il totale di spesa ammonta ad oltre 162 milioni di euro l’anno; seguono a ruota Sardegna (102 milioni di euro), Calabria (84 milioni di euro), e Campania a 83 milioni di euro. Tirando una somma la rappresentanza politica regionale - composta da un esercito ben 1.110 consiglieri e una brigata di 250 tra assessori e presidenti - è costata complessivamente nel 2011 oltre 1 miliardo 177 milioni. Circa 66 milioni in più rispetto al 2009. Forse è l’enormità di questa massa di denaro (crescente) a far gridare allo scandalo Loy «proprio in un momento in cui si chiedono pesanti sacrifici a pensionati e lavoratori dipendenti. È del tutto evidente», incalza il segretario confederale, «che occorre rivedere al ribasso le indennità dei parlamentari e dei consiglieri regionali, così come i loro vitalizi, se non altro per un atto di equità e di giustizia sociale». di Antonio Castro