Monti può seppellire Pdl e Pd
S’affannano, ambo le parti, a confermare che il governo Monti non è di larghe intese. Posto che incassa una maggioranza parlamentare larghissima, e posto che la formula montiana, “governo d’impegno nazionale”, non significa nulla, ci si domanda: allora, cos’è? Quesito per niente ozioso e del tutto estraneo alla questione relativa alla legittimità democratica del nuovo esecutivo, questa sì priva di significato: figuratevi se può essere illegittimo un governo votato da quasi tutti! In assenza d’intese, però, questo diventa il governo dei larghi equivoci. Ha detto Mario Monti, riferendosi alle tasse: «Chiederò di più a chi ha dato di meno». Giustissimo, bravo. Ma che vuol dire? Se intende dire che chiederà di più agli evasori fiscali chieda pure, come decine di governi che lo hanno preceduto, tanto quelli manco ascoltano. Se si riferisce agli italiani che guadagnano di più, e lo dicono al fisco, quelli hanno già stradato di più. Se si riferisce ai patrimoni immobiliari è vero che vengono tassati, in Italia, meno della media europea, ma si tratta di patrimoni diffusi, in mano alle famiglie, che hanno dato e danno molto, a causa di una pressione fiscale superiore alla media europea. Quindi, posto che la sua affermazione è condivisibile va anche detto che è piuttosto generica, sicché tocca aspettare e capire. Però, inutile girarci in tondo, quello è l’annuncio di maggiori tasse. Ciò farà venire il mal di pancia al centrodestra, che pure si piegherà al consenso, ma chiedendo in cambio (suppongo) che siano contemporanee le misure relative ad altre fasce elettorali. Della serie: passi per le tasse sulla casa, ma ci sia anche la riforma della legislazione del lavoro. E questo farà venire il mal di pancia al centrosinistra. Siccome i disturbi digestivi colpiranno entrambi i serbatoi di voti parlamentari che reggono il governo, si tratta di capire dove va a parare l’operazione. Esaltarne l’equidistanza è come l’esaltazione del bipolarismo: puro gargarismo. C’è la versione virtuosa: finalmente, grazie alla tregua, i riformisti di destra e di sinistra si liberano dalle minoranze di blocco e collaborano a sbloccare l’Italia. Bellissimo. Ma c’è anche la versione viziosa: nel mentre le maggiori forze si trovano a essere commissariate, quindi coattivamente portate a votare provvedimenti che non condividono, le minoranze, presenti in entrambe i poli, si svincolano e aprono il fuoco. Poco male, tanti dicono, perché il governo avrà comunque la maggioranza e potrà procedere. Ed è qui che si sbagliano, perché prima o dopo si va a votare, e saranno dolori. Se si lascia che le cose vadano in questo modo, per inerzia, quando torneremo alle urne, la maggioranza degli elettori, che è moderata, non troverà prodotti da compare, non si riconoscerà in simboli e partiti il cui più grosso merito sarà stato l’essersi suicidati. Al contrario, le minoranze estremistiche, gli insoddisfatti e gli incavolati, troveranno gli scaffali pieni e ne riempiranno il carrello elettorale, con il risultato che il prossimo Parlamento sarà un’accolita di minoranze che fanno una maggioranza, ma di pazzi. Questo è il punto decisivo. Cosa hanno in mente le forze politiche? Forse qualcuno pensa che la faccenda sarà risolta dal fatto che si candiderà direttamente il governo Monti, ma non solo è fantapolitica (a proposito: professor Monti, mi creda, in democrazia non è un vanto non essersi mai candidati), è anche impossibile. Non vorrei sfuggisse il fatto che quello di Monti è un governo Montini, per quel che riguarda il mondo cattolico. Leggermente privo di alcune componenti, come Comunione e Liberazione. E, con tutto il rispetto, l’Italia non è il terreno del regolamento dei conti cattolici. E allora? Allora il tempo di questo governo sarà utile se i due grossi partiti lo utilizzeranno per riscrivere le regole della contabilità elettorale. Almeno la legge elettorale, concepita per penalizzare le ali. L’ho detto in modo brusco? Me ne duole, ma va detto. Se lo si spreca sono i due grossi partiti a estinguersi, perché perdono ragione d’esistere. E non basta dire che non vestiremo il lutto, perché le democrazie prive di politica seria, con partiti grandi e capaci di guidare e catalizzare il consenso, fanno delle fini orribili. di Davide Giacalone www.davidegiacalone.it