Europa anti-Cav? Perché ha scordato cos'è la sinistra

Andrea Tempestini

Altro che modello Zapatero! Se mai Silvio Berlusconi dovesse seguire il consiglio di emulare il premier spagnolo annunciando le sue dimissioni, il gran ballo della speculazione intorno ai Btp e Bot italiani con ogni probabilità aumenterebbe. Perché in Spagna senza Zapatero andrà secondo i sondaggi al governo un Partito popolare conosciutissimo e tranquillizzante per i mercati. In Italia non si sa quale possa essere l’alternativa, ma qualche certezza ormai esiste: vincesse le elezioni il trio Pier Luigi Bersani-Antonio Di Pietro-Nichi Vendola, lo spread con i bund tedeschi schizzerebbe a mille. E a ragione veduta: le condizioni poste da Ue e Bce all’Italia nell’ultimo mese sono state solo parzialmente accolte dal governo Berlusconi, grazie alle resistenze di Umberto Bossi, ma allo stesso tempo sono state tutte rifiutate dal magnifico trio Bersano. Qualche esempio? Nella sua lettera la Bce chiedeva: «È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012». La risposta del Pd sull’aumento dell’età pensionabile è stata: «Non è accettabile intervenire nuovamente sulle pensioni» (Cesare Damiano); «Non c’è bisogno di fare cassa sulle pensioni» (Rosy Bindi); «Niente scherzi sulle pensioni» (Francesco Boccia), «Se si vuole tappare un buco toccando le pensioni, noi diciamo di non azzardarsi» (Pier Luigi Bersani), «Non serve riforma pensioni» (sempre Bersani), «Non accettiamo che ritoccando le pensioni si voglia fare cassa» (ancora Bindi). Il responsabile economico di Sel, Massimiliano Smeriglio ha bollato il solo dibattito sull’aumento dell’età pensionabile delle donne come «accanimento sul corpo delle donne», il suo leader Nichi Vendola ha ironizzato sulla «curiosa forma di femminismo istituzionale», Antonio Di Pietro ha bollato la richiesta della Ue come «mostruosità», la solita Bindi ha chiuso ogni discorso sulla equiparazione delle pensioni rosa parlando di «macelleria sociale». Nemmeno da affrontare la richiesta Bce di procedere spediti sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Pd, Idv e Sel hanno votato sì al referendum sull’acqua. E la privatizzazione è stata definita sempre da Vendola «una bestemmia contro Dio». Perfino respinta al mittente la richiesta di Mario Draghi e Jean Claude Trichet di procedere svelti con l’abolizione delle province. Per Vendola è «solo un effetto speciale». Per Bersani non bisogna farle scomparire, ma al massimo «dimezzarle, perché poi quando c’è una frana c’è bisogno di qualcuno che vada». E chissà perché deve andarci una provincia: e nella metà cancellata, chi corre sul posto dove frana? Pollice verso sulla flessibilità dei contratti aziendali. La Bce chiedeva: «C’è anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione». Risposta di Vendola: «è un colpo alla nuca alla civiltà del lavoro». Risposta di Di Pietro: «è un atto improprio, incongruente e inaccettabile». Risposta di Bersani: «è una vergogna da togliere di mezzo». I mercati pronti a fare salire di diecimila punti lo spread. Manco presa in considerazione la richiesta Bce di ridurre i costi del pubblico impiego bloccando turnover e stipendi e perfino mandando via dipendenti. «Basta attacchi al pubblico impiego», è stata la risposta corale di un comunicato del Pd. Bersani ha aggiunto: «se mandiamo a casa alla Carlona l’effetto può essere peggiore». Amen di Fosca Bincher