Intercettazioni alla Camera: è sfida sulla fiducia
Il ddl sulle intercettazioni telefoniche da domani sarà all’esame della Camera con un interrogativo: si ricorrerà o meno alla fiducia? Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl, prova a dare segni di compattezza alla maggioranza: «La fiducia sarà evitata». Ma soltanto «se si presenterà la possibilità di una dialettica sul tema». Vale a dire: se il centrodestra arriverà compatto al voto sul provvedimento che mette un freno alla possibilità di pubblicare le intercettazioni autorizzate dai magistrati, nemmeno sotto forma di riassunto, e che prevede anche il carcere per i giornalisti. Il destino del provvedimento, che ha spinto alle dimissioni Giulia Buongiorno (Fli) dall’incarico di presidente della commissione Giustizia, si conoscerà al massimo venerdì. Due, infatti, i giorni in calendario per il voto al ddl che, in caso di mancato accordo, spianerebbe la strada al voto di fiducia. Per questo quella di oggi sarà una giornata cruciale per il neo-presidente della commissione, Enrico Costa, alle prese con incontri e trattative allo scopo di evitare la fiducia, aprire al Terzo polo e a qualche deputato scontento. Il diktat è di evitare tensioni, anche alla luce del “processo breve” che la settimana prossima sarà all’esame della commissione Giustizia del Senato e che, in caso di approvazione veloce, potrebbe avere come primo effetto quello di liberare il premier dall’accusa di corruzione nel caso Mills. Nonostante tutto, però, sono in molti a temere che alla Camera non tutto possa filare liscio. Si teme, infine, anche il giudizio del presidente della Repubblica, che potrebbe bocciare un provvedimento bollato da tempo come “legge bavaglio”. di Tiziana Lapelosa