La manovra dei vampiri: supertassa per tre anni
C’è solo da sperare che la pubblicazione in Gazzetta ufficiale - prevista per stasera a mezzanotte - non riservi altre (brutte) sorprese. Perché nel giro di poche ore, la manovra bis sui conti pubblici è diventata ancora più dura. Con la stangata sui redditi medio alti che è passata da 2 a 3 anni. Il contributo di solidarietà non colpirà gli stipendi superiori a 90mila euro solo nel biennio 2012-2013, come si era capito venerdì dopo il varo del decreto legge da 45,5 miliardi di euro. La botta è subito “operativa” e quindi il salasso vale pure per il 2011. Antologia della manovra "Serve un partito anti-tasse". L'editoriale di Belpietro Scopri quanto devi pagare Tagli alle Province? Scatta la rivolta delle poltrone Rivolta nel Pdl: la fronda anti-Tremonti si allarga Conferenza stampa-show di Tremonti: esorcizza la tensione? In buona sostanza è a rischio una bella fetta della tredicesima. Ma i giochi sono fatti. Ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il provvedimento di palazzo Chigi. Ora la palla passa alla Camera e al Senato: sessanta giorni di tempo per convertire in legge le misure d’urgenza. Probabile una corsa, magari meno accelerata di quella imposta dal Colle a luglio per la “vecchia” manovra da 48 miliardi di euro, “vistata” a Montecitorio e a palazzo Madama in appena 5 giorni. Ieri il premier Silvio Berlusconi ha ricevuto telefonate d’apprezzamento dal presidente della Bce, Jean Claude Trichet, e dal cancelliere tedesco, Angela Merkel. Dal 22 il decreto sarà esaminato al Senato. Per il Capo dello Stato, resta ferma la necessità di un confronto aperto in Parlamento e sul piano sociale, attento alle proposte avanzate con la responsabilità che il momento richiede. Alcune correzioni saranno inserite nell’iter parlamentare. Si parla di emendamenti anche nelle file del centro-destra. E tra le “voci” di corridoio è spuntata pure l’opzione dell’ennesimo condono fiscale.Ecco una mappa delle misure contenute nel decreto. Fisco. La misura più dolorosa è la supertassa sui redditi, che dovrebbe durare per tre anni. Il condizionale è d’obbligo perché non possono essere escluse proroghe, decise dal governo che si troverà a gestire le traballanti finanze statali nel 2014. Nessuna novità, invece, sulle aliquote del prelievo extra: 5% sulla quota di reddito oltre i 90mila euro e 10% oltre 150mila. Un meccanismo che di fatto introduce due nuove aliquote Irpef: 48% e 53%, che si aggiungono alle 5 già esistenti e che oscillano dal 23% al 43%. I redditi dai 75mila euro in su potranno optare, se conveniente, per un’aliquota Irpef del 48%. Il contributo di solidarietà sarà deducibile dalle imposte (quindi recuperabile in parte in sede di dichiarazione dei redditi) e viene raddoppiato per gli stipendi dei parlamentari. Non bastasse la stangata sui redditi medio-alti, per tutti i contribuenti è in vista un aumento dello 0,5% dell’addizionale regionale Irpef per il 2012 e 2013. Non solo: se non ci sarà la riforma del fisco entro il 30 settembre, il governo incasserà quattro miliardi nel 2012 e 16 nel 2013 tagliando le detrazioni fiscali oppure rimodulando le aliquote delle imposte indirette (ad esempio l’Iva). Autonomi. Il giro di vite riguarda tutti i lavoratori. I privati e gli statali. I dipendenti e pure gli autonomi, ai quali è stata risparmiata l’ulteriore botta sull’Irpef, di cui si è discusso nel cdm di venerdì. Energia. Sul versante delle nuove entrate arriva il temuto aumento delle accise sul tabacco, e, a sorpresa, la «Robin Hood tax» sul settore energetico. Si applica alle aziende con un reddito imponibile superiore a 1 milione di euro e un ammontare di ricavi superiore a 10 milioni. Una stretta che di fatto replica quella varata nel 2008 e che dovrebbe portare nelle casse dello Stato 2 miliardi di euro grazie all’aumento dell’addizionale del 4% dell’Ires, l’imposta sulle società. Cifra che rientra fra i 45,5 miliardi di euro complessivi della correzione. Giochi e lotterie. Denaro fresco anche grazie all’introduzione di nuovi giochi e lotterie: i monopoli di Stato dovrebbero incassare (comprese le tasse sulle sigarette) 1,5 miliardi di euro. Evasione. Si inasprisce la lotta all’evasione fino alla sospensione dagli ordini professionali per chi a seguito di un pagamento non emette la ricevuta. Tagli. Corposo il pacchetto di tagli. Sei miliardi per dicasteri e 6 per gli enti territoriali, riducibili a 5 in entrambi i casi se dalla Robin Hood tax arriveranno gli attesi 2 miliardi di euro. Rasoiata sui minienti: chiuderanno tutti quelli che hanno meno di 70 addetti. Voli aerei meno comodi per la casta: solo in classe economica per parlamentari, amministratori pubblici e dipendenti statali. Risparmi dovrebbero arrivare anche grazie alla norma sul referendum: verranno accorpati «nel caso in cui, nel medesimo anno, debba tenersi più di un referendum abrogativo». Province. Dure a morrie le province: la lista di quelle destinate a sparire si è assottigliata da un giorno all’altro. Venerdì erano 37, ieri sono diventate 29. Lavoro. Diverse le misure nel comparto del lavoro, varate con l’obiettivo di dare nuovo impulso all’economia, anche grazie all’emersione del sommerso. In quest’ottica c’è il giro di vite sul “caporalato”: arriva, infatti, la definizione del reato. Si rischia fino a 8 anni di carcere. Ok anche ad alcune norme anche per frenare gli abusi per i tirocini. Mentre ci sarà un decreto per stabilire quali festività (non religiose) verranno accorpate alla domenica. Licenziamenti. Salvo l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. «Non lo abbiamo toccato» ha assicurato ieri il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Non si interviene in materia, ma si lascia alle parti la possibilità di accordarsi anche in materia di licenziamenti, ad eccezione di quelli discriminatori e per le lavoratrici in maternità. Pensioni. Per alleggerire il bilancio dell’Inps, è previsto uno stop agli scatti di carriera alla vigilia della pensione. E il personale del comparto scuola che maturerà i requisiti per la pensione nel 2012 potrà andare in pensione solo dal settembre 2013. Pubblico impiego. Sarà più facile spostare un dipendente pubblico se l’amministrazione ha un’esigenza in questa direzione. Sarà materia di contrattazione per gli spostamenti interregionali. Partirebbe da subito invece la mobilità all’interno della regione. Blocco per il trattamento di fine rapporto nella Pa: l’erogazione slitta da 6 a 24 mesi solo nel caso delle pensioni di anzianità, non anche di quelle di vecchiaia. Professioni. Due le misure: primi pasi per la riforma degli ordini; possibilità di derogare alle tariffe minime. di Francesco De Dominicis