Missioni all'estero, Castelli: "Voto no a rifinanziamento"

Giulio Bucchi

Il Senato rinvia la propria decisione sul rifinanziamento delle missioni internazionali e scoppia di nuovo la polemica nella maggioranza tra Pdl e Lega dopo lo strappo su Alfonso Papa. Il motivo scatenante del rinvio del voto a martedì prossimo, infatti, è il clamoroso distinguo del viceministro della Difesa, il leghista Roberto Castelli, che nella serata di mercoledì aveva anticipato: "Voterò no al dl missioni, è una decisione personale di cui ho discusso con Boss". Giovedì Castelli ha spiegato: "Fui presente in Serbia durante i bombardamenti voluti dal Governo D'Alema, con Ministro dell'Interno l'attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Toccai con mano l'effetto delle bombe 'intelligenti' e l'incredulità e lo sgomento del popolo serbo, donne, uomini e bambini in tutto e per tutto uguali a noi, che non riuscivano a capacitarsi del perché una nazione considerata amica come l'Italia li stesse bombardando. Lo stesso accade oggi in Libia". Pronto a lasciare - Una decisione di coscienza, dunque, che non lo sottrae alle responsabilità. "Sono disposto a dimettermi - ha assicurato Castelli - qualora il premier e il segretario del mio partito ritenessero che questa mia posizione sia incompatibile con la carica di governo". Lo è per l'opposizione, che chiede a gran voce che il viceministro lasci in quanto in aperto contrasto su un tema portante della politica estera italiana. La maggioranza, per ora, prende tempo e accoglie la proposta del senatore Pd Vannino Chiti sul rinvio: "C'è la volontà di varare il decreto con rapidità - ha detto il capogruppo Pdl Maurizio Gasparri - ma anche con l'approfondimento necessario". Il centrodestra rigetta invece ogni speculazione politica "dell'opposizione su inesistenti divisioni nella maggioranza. Allora si voti pure oggi, per la maggioranza non ci sono problemi".