Cicchitto e il voto su Papa: "Altro che segreto, non vale"
"Il voto segreto su Papa non c'è stato". Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, torna sulla baraonda di mercoledì a Montecitorio, prima, durante e dopo il voto sull'autorizzazione a procedere all'arresto del deputato pidiellino Alfonso Papa. Cicchitto punta il dito contro Dario Franceschini, numero due del Partito Democratico, che durante le dichiarazioni ha comunque detto che i deputati del Pd avrebbero reso palese il loro voto. "Parole - secondo Cicchitto - testimonianza evidente che non c'è stato voto segreto, e che ci sarebbero gli estremi per invalidare quella votazione". Poi però frena: "Pensiamo al futuro, tragedie come quella di ieri in questa aula avranno a ripetersi, in quest'aula deve esserci garanzia di un voto segreto non la parodia di un voto segreto". L'idea del capogruppo, e di tutto il Pdl, è che "senza una procedura che garantisca davvero la segretezza del voto ritireremo la nostra adesione a questo meccanismo di voto", che ora avviene con il sistema elettronico e con le impronte digitali. "Camera libera" - Anche i reponsabili di Popolo e Territorio accusan: "Ieri abbiamo chiesto in maniera aperta di votare segretamente - ha ricordato il capogruppo Silvano Moffa -. Se c'è solo il dubbio che ci sia stato un minimo controllo del voto da parte di alcuni colleghi su altri, è un elemento di assoluta gravità rispetto al quale la presidenza deve garantire la segretezza del voto nella sua pienezza". "Una cosa - precisa Moffa riferendosi alle parole di Franceschini - è dire come si vota, un'altra è votare seguendo un ordine di scuderia. Il voto segreto deve essere il voto più libero in una Camera libera, e la presidenza deve garantirlo".