Torino, faccia faccia Fassino- Coppola in fair play, ma sui grandi temi idee diverse

Rosa Sirico

Un faccia a faccia al fair play, quello di Piero Fassino (Pd) e Michele Coppola (PdL), aspiranti primi cittadini di Torino, in onda su Sky. Eppure, sui grandi caldi, i due candidati assumono posizioni divergenti. Se Piero Fassino ha un programma contiguo all'amministrazione Chiamparino (Pd), Michele Coppola gurda dritto in faccia al futuro e medita la svolta.     FIAT - Le posizioni dei due divergono. "Bisogna ragionare su cosa significa per Fiat, a Torino, la progettazione, la ricerca e la produzione, non solo a Mirafiori. In questi giorni ho incontrato anche i sindacati che temevano per il futuro delle fabbriche" che, sottolinea Fassino sarà strategico per quello della città. "Mi batterò perché la Fiat continui ad avere a Torino un presidio strategico e affinché il Lingotto abbia a Torino un punto fondamentale della sua identità". Mentre Coppola guarda al futuro "In questi anni la città ha lavorato sul presente, ma non si è occupata del suo futuro. Se diventerò sindaco riunirò i soggetti della città per mettere a punto cinque obiettivi strategici che consentano al capoluogo piemontese di cogliere nuove opportunità di sviluppo". DEBITO -  Il candidato del centrodestra propone un ricetta sicura contro il debito accumulato. Per Coppola si tratta di "aggredire la macchina comunale", "snellirla nei tempi e nelle procedure" , "uscire dalla logica del massimo ribasso per gli appalti pubblici" ed "evitare sprechi". Fassino ha un'altra idea: il deficit c'è, ma si tratta pur sempre di "un indebitamento da investimenti per cui la città non ha ridotto i servizi", per "opere che rimarranno" spiega, tentando di ammortizzare le sferzate all'amministrazione Chiamparino. OPERE PUBBLICHE - L'rgomento sono i finanziamenti del governo, utilizzati ad esempio per il passante ferroviario e la metropolitana, passando dalla Reggia di Venaria. Il punto è chi abbia maggiormente contribuito a mutare il volto della città. Per  Coppola tutto  sarebbe partito dall'impegno dell'allora presidente della Regione, Enzo Ghigo. Ma Fassino rivendica altro.  "Il recupero è stato innescato da me", dice Fassino, riconoscendo l'impegno del governo Prodi, della Regione e dell'Unione Europea: "un ottimo esempio di cooperazione istituzionale".