Il Cav non demorde: "Il governo va avanti"
"Noi continuiamo a governare. Non bisogna arrendersi, e io sono l'esempio della resistenza: da 17 anni mi rivolgono accuse pesanti come macigni per mandarmi a casa, ma io continuo a restare al mio posto". E' un Silvio Berlusconi combattivo quello che è tornato dal Consiglio europeo straordinario di Bruxelles. Il Cavaliere, nella notte, non ha voluto rinunciare all'appuntamento telefonico con la città marchigiana Fabriano, dove era in corso una festa del Pdl. NESSUN PASSO INDIETRO - Il premier ha ripetuto che non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro: "Non esiste una alternativa possibile a questa maggioranza", la cui solidità è stata recentemente confermata alla Camera con il voto sulle carte del caso Ruby. Berlusconi ha sottolineato come non si lascerà sopraffare dagli attacchi della sinistra che "punta soltanto a farmi fuori". Le vicende giudiziarie vengono bollate come "processi farsa pronti a trasformarsi in un boomerang". "PROCESSI FARSA" - "Contro di me", ha continuato il presidente del Consiglio nella telefonata a Fabriano, "ci sono attacchi di una violenza inaudita ma andrò avanti, questi processi farsa saranno un boomerang; sono determinato ad andare avanti con forza nella consapevolezza di essere dalla parte giusta e per realizzare le cose che servono al paese". All'Italia, ha sottolineato il premier, in questo momento serve una "grande scossa", quella che "il governo sta per realizzare con un piano straordinario". "PIANO STRAORDINARIO" - L'attenzione dell'esecutivo è focalizzata sulla congiuntura economica, di cui il Cav è tornato a parlare: "Stiamo dando un forte impulso all'economia e martedì al Cdm vareremo un piano straordinario che darà una scossa, la più grande scossa, all'economia italiana", ha assicurato. L'obiettivo, ha ribadito, è quello di "portare la crescita del pil al 4% in tre anni". Altro punto del programma, è "la modifica dell'articolo 41 della Costituzione", che secondo Berlusconi sarà "una rivoluzione copernicana, una svolta epocale che pone le basi per una effettiva libertà di impresa. Significa", ha concluso, "che se uno deve aprire un albergo non deve chiedere come ora 18 autorizzazioni, ma potrà farlo e poi avrà una successiva visita amministrativa". Per il presidente del Consiglio si tratta di "un principio liberale che finalmente potrà trovare applicazione", alleggerendo le imprese di oneri che "costano un punto di pil e secondo alcune stime 12 mila euro l'anno".