Alfano frena sulla giustizia: "La riforma non è pronta"

Roberto Amaglio

Le indiscrezioni sui contenuti trapelate giovedì in serata (con le conseguenti reazioni di Anm e delle diverse forze politiche) sembravano essere il preludio all'accelerazione decisiva per portare la riforma della giustizia sui banchi del Consiglio dei Ministri già la prossima settimana. A tirare il freno a mano, però, è stato lo stesso Guardasigilli Angelino Alfano, il quale ha spiegato al Cavaliere in una riunione a Villa Certosa che la bozza non è ancora pronta per affrontare una discussione in Parlamento. "Quando saremo pronti - ha detto nel pomeriggio Alfano a un convegno a Bari - la porteremo in Consiglio dei ministri. Che sia questa o l’altra settimana poco importa". Motivo - Il rinvio di una settimana è presto spiegato dal particolare clima politico che si respira nella maggioranza dalla scissione con la neonata corrente di Futuro e Libertà per l'Italia: il Ministro Alfano e tutto il suo entourage sanno che per non trovarsi qualche esponente "finiano" di traverso devono elaborare un compromesso più che ottimale tra i provvedimenti di modifica delle norme sulla Corte Costituzionale e quei provvedimenti ritenuti basilari dal Premier Berlusconi. Insomma, anche se il Cdm approvasse questa ipotesi di riforma, non ci sarebbe alcuna possibilità di vedere il ddl costituzionale andare in porto, anzi, si rischierebbe un pericoloso scivolone sia alla Camera che al Senato. Dalle indiscrezioni, però, sembra che il presidente del Consiglio non abbia gradito questa frenata. L'intenzione della maggioranza è quella di completare al più presto possibile il primo dei cinque punti programmatici snocciolati dal Cav nel voto di Fiducia alla Camera e al Senato. Intanto il 14 dicembre si avvicina. In quella data la Consulta inizierà la discussione sulla costituzionalità del legittimo impedimento. Un bivio a cui la maggioranza vuole arrivare preparata.