"Via la pensione ai terroristi e ai mafiosi"

Roberto Amaglio

Questa volta a dire addio alla pensione non saranno i lavoratori regolari, le donne statali o il personale licenziato. Il portafoglio dello Stato questa volta si chiuderà nei confronti delle persone condannate per i reati di terrorismo e criminalità organizzata. La Lega ha infatti presentato un emendamento di soli due articoli alla manovra finanziaria per revocare qualsiasi tipo di pensione o di assegno sociale a chi si è macchiato di terrorismo o di criminalità organizzata e, se condannati per favoreggiamento o complicità, anche ai loro familiari. La proposta di legge, presentata dal gruppo della Lega alla Camera, non mira a un risparmio effettivo per le casse dello Stato (l’impatto benefico sui conti pubblici sarebbe limitato), quanto piuttosto a dare un segnale di giustizia forte a chi in questi anni di difficoltà sta tirando la cinghia.  “È inconcepibile che lo Stato paghi la pensione a persone che magari hanno sciolto dei bambini nell’acido", ha affermato il capogruppo del Carroccio alla Camera Marco Reguzzoni. Ovviamente d’accordo anche la deputata Carolina Lussana (Lega Nord), la quale sottolinea come la proposta leghista non dovrebbe incontrare problemi di costituzionalità. “È vero che limita un diritto fondamentale, ma è una sanzione accessoria di una condanna penale, come altre limitazione di diritti già presenti nel nostro ordinamento". Per quanto riguarda la proposta di legge, questa prevede la sospensione della pensione per i condannati in primo grado; la revoca scatta invece se condannati in giudicato o per i condannati in via definitiva che al momento già godono di un trattamento economico erogato dallo Stato.