Alla Camera
Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene: "Non è la mia Europa". Bagarre in aula, seduta sospesa
"Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia": Giorgia Meloni lo ha detto al termine delle sue repliche alla Camera, leggendo alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene. Tanto è bastato a far scoppiare la protesta delle opposizioni, soprattutto del Pd. Un caos tale che il presidente di Montecitorio Lorenzo Fontana è stato costretto a richiamare i deputati insorti. La tensione, però, ha raggiunto livelli altissimi. E le proteste sono andate avanti. A quel punto Fontana è stato costretto a ripetere in tono duro: "Invito tutti a sedersi e mantenere la calma altrimenti sospendo la seduta".
A un certo punto la premier si è rivolta direttamente alla segretaria del Pd, Elly Schlein, che nel frattempo stava prendendo appunti e confrontandosi con il responsabile Esteri dem Giuseppe Provenzano. Meloni, in particolare, le ha chiesto se "visto che ce lo chiede l'Europa, dobbiamo mandare i soldati in Ucraina". Poi, ricordando la manifestazione pro-Europa di sabato 15 marzo a Piazza del Popolo a Roma, Meloni ha letto alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene prendendone le distanze. Ed è stato proprio in quel momento che si sono levate le grida di protesta.
"Dovete studiare", ha urlato dai banchi del Pd Federico Fornaro. E il clima si è subito surriscaldato. Tutto in piedi ad applaudire, invece, il centrodestra. A far scattare la protesta delle opposizioni, poi, il fatto che anche dai banchi del governo si siano levati alcuni applausi. "Non si può applaudire dai banchi del governo", hanno urlato i dem. Alla fine, il presidente Fontana è stato costretto a sospendere la seduta e la premier Meloni è uscita dall'aula.
Dopo alcuni minuti di tensione, la seduta è ripresa ma il clima non è cambiato: la bagarre è scoppiata di nuovo. E le proteste delle opposizioni sono andate avanti mentre il ministro Tommaso Foti leggeva i pareri sulle risoluzioni, alzando di molto il tono della voce per poter proseguire. Per questo il presidente della Camera ha dovuto di nuovo sospendere tutto.