Sostegno indifendibile

Michele Serra in piazza? Hanno pagato i romani: cosa devono spiegare Gualtieri e Pd

Daniele Capezzone

Pare dunque confermato che sia stata Roma Capitale a farsi carico dell’organizzazione (come si legge esplicitamente nel documento amministrativo che Libero pubblica oggi) e addirittura – questo va definitivamente chiarito, e in quale misura – dei costi della manifestazione di sabato scorso a Piazza del Popolo.

Lo diciamo con chiarezza: se è andata davvero così, siamo in presenza di uno scandalo clamoroso. Davanti al quale il sindaco Roberto Gualtieri avrebbe il dovere di fornire spiegazioni dettagliate e convincenti.

Già è stato assolutamente anomalo (come Francesco Storace ha opportunamente fatto osservare nei giorni scorsi) che decine e decine di sindaci con tanto di fascia tricolore si siano presentati a una manifestazione politicamente orientata e connotata. Avrebbero potuto certamente farlo a titolo personale, cioè da persone singole o da militanti di partito che hanno pienamente diritto alle loro opinioni politiche: ma ciò che non potevano e non dovevano fare era pretendere di rappresentare- abusivamente - i cittadini dei loro Comuni. I quali possono essere pro Ue o anti Ue, pro von der Leyen o no, pro super-Stato europeo oppure no, pro riarmo o anti-riarmo. Tutte cose rispetto alle quali un sindaco non ha alcuna delega da parte dei suoi elettori. Ecco il punto fondamentale: chi vota alle elezioni comunali per un sindaco non gli delega la propria rappresentanza sui temi di politica internazionale o della difesa, e meno che mai gli affida una rappresentanza politica generale.

 

 

 

E già questa è una sgrammaticatura pesantissima. Ma se ora viene fuori che è stato il Comune di Roma - in una forma o nell’altra, e magari in misura ragguardevole per soldi ed energie dedicate- a svolgere un’opera di sostegno economico e organizzativo per quella piazzata, si tratta di un’enormità indifendibile.

Perché usare i soldi di tutti i romani per una manifestazione di parte? Vi diranno che no, che l’evento non era di parte e non era politico, che i parlamentari non hanno preso la parola, che non c’erano bandiere di partito.

E allora vuol dire che ci prendono letteralmente per scemi. Un appuntamento convocato dal principale giornale della sinistra, con opinionisti e commentatori e relatori tutti di sinistra, che tutti i media hanno incontestabilmente presentato per giorni in questi termini, con la partecipazione in platea di quasi tutti i leader della sinistra, cosa sarebbe, di grazia? Un evento puramente culturale e politicamente neutro? Ci pigliano per cretini?

 

 

 

Mettiamola così: immaginate la situazione a parti invertite. Ipotizzate il caso di un sindaco di centrodestra che, con i suoi colleghi della stessa coalizione, organizzasse e pagasse con soldi pubblici una manifestazione politica nazionale (su temi non relativi alla vita dei Comuni), un evento chiaramente orientato in una sola direzione, con un giornale d’area a convocare, e una serie di fasce tricolori a pretendere di portare in quella sede la rappresentanza degli elettori delle loro città. Cosa accadrebbe? Polemiche a raffica, crocifissione del malcapitato, e magari pure un’immediata inchiesta giudiziaria.

Noi siamo garantisti, e quindi non vogliamo indagini di alcun tipo: la cosa non ci passa nemmeno per l’anticamera del cervello. Ma non siamo ciechi. Roberto Gualtieri ha due sole possibilità: o smentisce (credibilmente) che Roma Capitale abbia organizzato e sostenuto economicamente l’evento, oppure dovrà dare adeguate spiegazioni.

In una città dove non funziona quasi nulla (bus, metro, condizioni delle strade, raccolta dei rifiuti), sarebbe paradossale se anche un solo euro o un solo minuto di attività dei dipendenti pubblici fossero stati messi al servizio di un evento politicamente orientato e oggettivamente di parte. I romani – e tutti gli italiani – non meritano questa atroce beffa.