La protesta
Ddl Spazio approvato alla Camera, la sinistra impazzisce: "Giù la Musk"
Con 133 voti a favore e 89 contrarii la Camera approva il ddl Spazio e le opposizioni vanno in tilt, montando una protesta al limite dello show. La sinistra, in particolare, ha esposto diversi cartelli con il volto del miliardario Elon Musk, proprietario di Starlink. Mentre su altri cartelli c'era scritto "Giù la Musk".
Il provvedimento in questione, infatti, istituisce per l’Italia una "riserva di capacità trasmissiva nazionale", cioè un sistema di trasmissioni da utilizzare in caso di calamità naturali, conflitti o altre situazioni di emergenza. E l’opposizione ha provato a bloccare tutto presentando una serie di emendamenti con l'obiettivo di impedire che questa riserva venga affidata proprio alla società Starlink di Musk. La maggioranza, però, ha bocciato tutte le loro proposte di modifica.
"Questo disegno di legge sull'economia dello spazio è al centro di un ricatto fin dall'inizio - ha commentato il vicepresidente del gruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi -. Musk da tempo lavora al suo monopolio: il rischio che lo spazio diventi nuova terra di conquista ora è realtà. Se questo disegno di legge servisse a garantire alla filiera italiana - solo in Piemonte il settore spazio impiega oltre 35 mila addetti, più di 450 piccole medie imprese, un fatturato di 8 miliardi di euro e un export che rappresenta il 20% del totale nazionale - non prevederebbe il ricorso alle comunicazioni satellitari in caso di indisponibilità delle reti terrestri, perché questo é uno schiaffo alle aziende italiane che operano nel campo della fibra ottica. Il futuro delle telecomunicazioni viene delegato a infrastrutture satellitari gestite da pochi grandi attori internazionali: i sovranisti italiani sono i primi in Europa a cedere il nostro spazio al monopolista Musk".
Dello stesso tenore il commento del dem Andrea Casu: "Dobbiamo ricordare a tutti gli italiani che il Parlamento è il luogo dove si prendono le decisioni nel loro interesse, qui è in gioco l'interesse nazionale e nessun post sui social può comandare il governo e fermare il confronto dentro al parlamento italiano. Non può essere un tweet dell'uomo di Musk in Italia a umiliare l'interesse nazionale. Non si è trattato di un emendamento anti-Musk, non chiediamo nessun dazio contro Starlink. Non chiediamo dazi contro nessuna impresa. Noi chiediamo garanzie per l'utilizzo dei soldi pubblici degli italiani". Enrico Cappelletti del M5s, invece, ha detto: "Con questa dicitura l'esecutivo Meloni si mette in posizione di scendiletto di Elon Musk. Ed è inquietante il fatto che venga dato un parere contrario a una proposta di emendamento che vorrebbe subordinare la gestione dei satelliti a soggetti esterni all'Unione europea, solo in caso di comprovata impossibilità. Vogliamo davvero metterci in questa posizione di ricattabilità?".