L'editoriale

Giorgia Meloni sola di fronte alla sfida della Casa Bianca

Mario Sechi

Non è ancora successo niente, ma il polverone è già bello alto: l’Europa si riarma! Ancora non sappiamo come, quando e quali sono gli obiettivi, forse avremo qualcosa di più concreto oggi, ma il Parlamento italiano già ribolle.

L’Unione europea vorrebbe investire 800 miliardi in quattro anni nel settore della Difesa (la parola “riarmo”, buttata così nella mischia, non significa un bel niente e crea solo confusione) dove di miliardi gli Stati Uniti ne spendono mille all’anno. Va detto chiaramente che senza gli americani non si può fare nulla, la nostra pace per ottant’anni è stata costruita sulla cooperazione dell’Occidente. Attendiamo qualcosa di più chiaro, per ora, regna la confusione.

In ogni caso, il piano che verrà non serve a fare la guerra ma a evitarla, a costruire un modello di deterrenza, che scoraggi le tentazioni di altre grandi potenze. Il discorso al Congresso di Trump è quello di un’America isolazionista ma non isolata, il presidente George Washington nel lontano 1796 riconosceva l’importanza delle alleanze, ma raccomandava di non legarsi per sempre a interessi che non coincidessero con quelli americani. Il Parlamento italiano, a differenza di quello inglese - dove la leader dell’opposizione conservatrice, Kemi Badenoch, assicura l’appoggio al premier laburista Starmer in nome del valore comune della sicurezza - ha un’opposizione che dipinge Meloni come una guerrafondaia e non come una coraggiosa leader dei valori della libertà e della democrazia. Il dibattito toccherà il fondo. Abbiamo una classe politica disinformata, che legge pochi libri e va a caccia di follower sui social, mentre là fuori la storia ruggisce.

Meloni dovrà comunque andare avanti da sola, provare a costruire un ponte sull’Atlantico, e dovrà farlo in maniera rapida, perché siamo di fronte a un’emergenza (quella del negoziato sull’Ucraina) e a una sfida di lungo periodo (la costruzione della nuova sicurezza europea in un quadro geopolitico ad alto rischio), cercando di mantenere unito l’Occidente, coltivando il rapporto con gli Stati Uniti, salvando l’articolo 5 della Nato, educando le future generazioni a riconoscere che la libertà non è un pasto gratis.