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Pd e M5s, "non è questa l'intenzione": divisi in piazza, caos a sinistra

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"Io avevo dato subito la disponibilità a costruire insieme una piattaforma condivisa ma mi pare di capire che non sia questa l’intenzione": Elly Schlein, segretaria del Pd, lo ha detto a La Stampa commentando l'intenzione del M5s di scendere in piazza per conto proprio. Il leader Giuseppe Conte, tra l'altro, avrebbe già deciso tutto, a partire dalla data, il 5 aprile. Prossimo step la scelta della piazza romana in cui radunare attivisti ed elettori pentastellati. Nel frattempo, con parlamentari e collaboratori starebbe ragionando sui contenuti. L'idea, insomma, è di preparare la manifestazione contro il governo in tutti i suoi dettagli, per poi sottoporre una piattaforma già definita agli altri partiti di opposizione. 

Molti dei contenuti della protesta, comunque, sarebbero comuni a tutti i partiti di opposizione. Tra questi i rincari dell’energia e le bollette, i salari, le pensioni, le imprese in crisi. A questi si aggiungono altri temi come l’invio delle armi all’Ucraina e lo scorporo delle spese per la difesa dal patto di stabilità europeo. Su questi due ultimi argomenti, però, ci sono sensibilità diverse dentro al Pd e questo potrebbe mettere in difficoltà Schlein sulla decisione se aderire o meno alla manifestazione. A tal proposito, Conte a La Stampa ha detto: "Noi vogliamo aprire la nostra manifestazione, ma non possiamo scrivere la piattaforma in funzione della partecipazione del Pd, ci sono questioni per noi ineludibili che verranno inserite". E la leader dem ha già messo le mani avanti: "Se da Conte arriverà un invito, leggeremo la piattaforma e decideremo se partecipare".

 

 

 

In ogni caso, Schlein ha fatto presente che "la competizione tra noi non paga, i risultati elettorali dell’ultimo anno sono lì a dimostrarlo, ormai dovrebbe essere chiaro a tutti. Finora chi è stato più unitario ha guadagnato consensi". Poi, riferendosi probabilmente ai consensi, molto più alti per i dem che per i 5Stelle, ha sottolineato: "Non mi pare che da parte nostra ci sia mai una logica arrogante o una volontà di prevaricare gli alleati, penso che le battaglie identitarie di ciascun partito del campo progressista possano rappresentare un valore aggiunto". E ancora: "Rivendicare le proprie posizioni è legittimo e utile, ma farlo attaccando il Pd si è già dimostrato controproducente". 

 

 

 

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