L'editoriale
Chi sono i nemici dell'interesse nazionale
Quando bisogna decidere sulle cose che contano nello scenario internazionale la sinistra non delude mai, nel senso che si fa trovare impreparata a tutto. Elly Schlein chiede a Meloni da che parte sta (e dopo tre annidi guerra dovrebbe essere chiaro) ma non sa con chi sta il Pd: vuole la pace (come tutti), sta con l’Ucraina ma non vuole armarla, di certo è contro Trump e dunque il principale partito d’opposizione d’Italia è avversario dell’America.
Così facendo è anche nemico dell’interesse nazionale visto che la nostra alleanza con Washington non si può mettere in discussione a seconda di chi c’è alla Casa Bianca. Tra i Cinque Stelle, altra gamba dell’opposizione, la confusione è pura estasi.
Si passa dal cripto-putinismo al gandhismo contiano, comunque è sempre un circo e se guidassero la politica estera italiana c’è da scommettere che saremmo già dentro la matrioska di Putin e il Dragone di Xi Jinping. Per nostra fortuna non governano loro, a Palazzo Chigi c’è Giorgia Meloni che a Parigi ha dovuto perfino dare una raddrizzata all’anti-americanismo di Emmanuel Macron.
Sul lato parigino, va segnalata l’iniziativa di Enrico Letta e dei suoi colti amici, è tutto un richiamare alla fiera resistenza di un’Europa che esiste solo nella loro grande immaginazione. Provo per loro una sincera simpatia, credono nelle favole ma vivono negli incubi senza riconoscerli. Sono figli della loro rivoluzione mancata, volevano fare l’Europa hanno fatto un casino. Domenica si vota in Germania, molto del futuro del Vecchio Continente è ancora una volta sul cielo sopra Berlino, se tutto va bene, sono rovinati.