La decisione
Toscana, via libera al fine vita. Esplode l'ira dei Pro-Vita: "Legge da impugnare"
La Toscana è la prima Regione ad avere una legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. Il Consiglio regionale ha approvato la norma sul fine vita che attua, dopo la raccolta di 10.000 firme promossa dall’associazione Luca Coscioni e le profonde rivisitazioni del dispositivo stabilite dalla maggioranza, la sentenza della Corte Costituzionale del 2019. La legge, nello stabilire tempi di risposta certi a tutela di chi vuole avvalersi del fine vita, fissa in 20 giorni (entro cui il Comitato per l’etica nella clinica ha sette giorni per esprime il proprio parere) il tempo utile massimo per stabilire se ci siano o meno i requisiti per l’accesso al suicidio assistito. E qui i requisiti li fissa la sentenza della Consulta. Ovvero, "una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente".
Ad esito positivo, entro altri 10 giorni verranno definite le modalità con cui si concretizzerà il suicidio assistito, come la scelta del farmaco. In questo caso sono previste due ipotesi alternative: la richiesta alla commissione di approvare un protocollo attuativo redatto dal medico di fiducia della persona interessata; o la richiesta affinché il protocollo attuativo sia definito direttamente dalla commissione, d’accordo con la persona interessata. Passati questi 30 giorni complessivi (e massimi) la norma garantisce, entro sette giorni e con il supporto del sistema sanitario regionale, la procedura.
E sulla decisione della Toscana è intervenuto Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus: "La legge sul suicidio medicalmente assistito approvata oggi dal Consiglio Regionale della Toscana, oltre che barbara e disumana, perché spingerà alla ’morte di Statò migliaia di malati, fragili, anziani, persone sole ed emarginate che si sentiranno un ’pesò per i familiari e la società, è anche palesemente incostituzionale, perché pretende si legiferare su una materia che potrebbe essere affrontata solo dal legislatore nazionale. Chiediamo al governo di impugnare immediatamente la legge toscana con un ricorso in Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, sulla base delle motivazioni già esposte dall’Avvocatura dello Stato quando si è espressa contro le iniziative regionali - continua Brandi - Simili proposte di legge, infatti, sono state già respinte dai consigli regionali di Veneto, Lombardia e Piemonte. In gioco non c’è solo il rispetto della Costituzione, ma soprattutto la tutela delle vite più fragili, che dovrebbero essere difese, curate e accompagnate nella fase finale con vicinanza, cura e compassione tramite un’applicazione effettiva delle cure palliative previste dalla legge 38/2010".