Amnesia selettiva

Elly Schlein ricorda l'orrore delle Foibe ma non cita mai il comunismo

Alberto Busacca

Elly ha perso la parola. Non la parola in generale, intendiamoci, ha perso una parola specifica: comunismo. Non riesce a dirla. O forse, più semplicemente, non vuole dirla. Vediamo quello che è successo ieri, ad esempio. Il 10 febbraio, si sa, è una data un po’ particolare, perché si celebra il Giorno del Ricordo, dedicato alle vittime delle Foibe e all’esodo giuliano-dalmata. In mattinata hanno parlato la premier e gli altri leader del centrodestra. Poi è arrivato il messaggio (molto chiaro e molto netto) del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E la sinistra?

Ecco, da quella parte sono come sempre sembrati un po’ più riluttanti. Ma poi, verso mezzogiorno e mezzo, si è fatta sentire anche la segretaria del Partito democratico. Con queste parole: «Ricordare oggi, e non attutire mai il ricordo di quel dolore e di quella sofferenza, per costruire un presente e un futuro migliori. Il nostro pensiero va alle vittime di una tragedia, quella delle Foibe e dell’esodo dei giuliano-dalmati, perché ciò che è avvenuto ieri in quelle terre riguarda tutte e tutti gli italiani anche oggi: solo la conoscenza e la memoria completa possono infatti consentirci di superare e contrastare ogni forma di discriminazione e i progetti di annullamento e sterminio, ogni forma di odio che persiste anche nel presente».
Leggetelo bene, questo messaggio.

 

Parole di buonsenso, indubbiamente, adatte alla ricorrenza. Non ci sarebbe niente da obiettare, se non fosse che in occasione di altri anniversari i progressisti sono sempre stati molto più severi nel giudicare le parole dei loro avversari (Giorgia Meloni in particolare, ovviamente). Il 25 aprile? Non basta festeggiare la Liberazione, ma bisogna condannare il fascismo e Mussolini. Il 2 agosto? Non basta onorare le vittime della strage di Bologna, bisogna sottolineare sempre le colpe degli estremisti di destra (e guai a sollevare dubbi). Il 12 dicembre, anniversario di Piazza Fontana? Idem come sopra. Insomma, come amano dire i compagni, bisogna sempre evidenziare la “matrice” del male.

Curiosamente, però, questo discorso non vale più quando la “matrice” è rossa. In questi casi la memoria selettiva della sinistra porta a dimenticare i responsabili di stragi, omicidi e nefandezze varie. Tornando al Giorno del Ricordo e alle dichiarazioni della Schlein, non si può non notare che la leader dem si è “scordata” di specificare che i responsabili delle Foibe sono stati i partigiani comunisti di Tito, alleati dei compagni di casa nostra... La questione non riguarda solo Elly, visto che la stessa amnesia ha colpito sostanzialmente tutti i progressisti, e non riguarda soltanto le Foibe e il Giorno del Ricordo. Indicativo quello che è successo a Bruxelles un paio di settimane fa, quando il Partito democratico non ha votato una risoluzione dell’Europarlamento per vietare l’esposizione di simboli nazisti e sovietici, equiparando di fatto Hitler e Stalin.

Apriti cielo. Nicola Zingaretti, indignato per il fatto che la svastica fosse messa «allo stesso livello» della falce e martello, ha tuonato: «La storia non si scrive nei parlamenti». Eva ricordato, restando a questi giorni, che la sinistra italiana non ha detto una parola per commemorare gli ottant’anni della strage di Porzus, quando 17 partigiani delle Brigate Osoppo vennero uccisi dai partigiani comunisti (in questo caso italiani). Il problema è sempre lo stesso: non si può dire che ci sono comunisti che si sono resi responsabili di cose orribili. Il male, nella loro visione, sta soltanto a destra. O quantomeno bisogna fare finta che sia così...

Alcuni colleghi di partito della Schlein, però, si sono spinti oltre. Come? Semplice: ricordando le Foibe non hanno citato il comunismo ma hanno citato il fascismo. Ecco il deputato Roberto Morassut: «La drammatica storia delle Foibe fa parte della memoria nazionale. Come ne fanno parte le stragi e i delitti commessi dal fascismo e dal nazismo. La destra fatica ancora a riconoscere l’interezza della memoria nazionale e le radici della Repubblica democratica nata dalla Resistenza che si riconosce nella Costituzione. Questo noi critichiamo. Non la celebrazione del ricordo delle Foibe. L’imbarazzo della destra nel rompere ogni legame con la storia del fascismo è un problema serio che impedisce ancora la costruzione di una base morale comune». Insomma, nel giorno delle Foibe, la destra deve prendere le distanze dal fascismo... serve aggiungere altro?