Almasri e dintorni

Sondaggio Tecnè sulla magistratura: i dati del trionfo di Meloni sulle toghe rosse

Un paio di sondaggi Tecnè pubblicati da E' sempre CartaBianca, su Rete 4, sembrano mettere una pietra tombale sulla annosa guerra tra governo e magistratura. Il conflitto permanente che dura da 30 anni tra toghe e potere politico (di centrodestra) sembra esclusivamente fare male alle prime, con una sfiducia crescente nell'autorevolezza del potere giudiziario. 

I dati sono chiari, inequivocabili. La prima rilevazione è sulla fiducia nella magistratura. A fronte di un 11% che "non sa", c'è un 50% degli intervistati che dichiara di "non avere fiducia" in giudici e pm e solo un 39% che dice invece di avere fiducia. 

Il secondo quesito è ancora più secco e "contestualizzato". "In questi ultimi giorni - domanda il sondaggio - ci sono state polemiche tra la premier Giorgia Meloni e alcuni magistrati: chi ha ragione?". Per il 42% è la premier a spuntarla, per il 39% i magistrati. Il 19% invece, non sa. 

In studio ci sono due protagonisti delle ultime vicende: l'avvocato Luigi Li Gotti, l'uomo che ha denunciato il governo sul caso Almasri, e il deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli. "Se il presidente del Consiglio avesse invocato il segreto di Stato non sarebbe successo nulla. Il presidente del Consiglio ha fatto un video per dire che il governo non c'entrava nulla e che il generale è stato rimandato in Libia per decisione dei magistrati - si scalda Li Gotti -. Questa è una menzogna vergognosa, il nostro presidente del Consiglio non deve prenderci in giro".

Risposta di Donzelli: "Una volta scarcerato, il governo italiano ha fatto benissimo a non lasciare libero Almasri. L'Italia deve tenere i rapporti internazionali con chiunque, gli Stati Uniti hanno la pena di morte quindi non dialoghiamo più anche con loro?".