Game, set, match
Minniti, lezione epica alla sinistra: "Lo Voi? L'inchiesta non è automatica. E su Almasri..."
Le opposizioni sostengono che Giorgia Meloni è stata ricattata nel caso Almasri dalla Libia con l’arma dei migranti: "Non si può utilizzare questo tema. La questione è più generale. La Libia è strategica". Avendo sperimentato il contesto sulla propria pelle di ministro dem nel 2017, Marco Minniti tende a contestualizzare. Osteggiato dal suo stesso partito per l’intesa con guardacoste e capi tribù libici, che pure evitò all’Italia uno tsunami di sbarchi, ha chiuso con la politica ("Da non pentito") e presiede la fondazione Med-Or, relazioni internazionali al top, "un ponte di soft power - così la definisce parlando col Corriere della Sera - in un mondo dove sembra prevalere l’hard power".
L’ex ministro osserva che "la Libia era ed è una questione di interesse nazionale al suo livello più alto: la sicurezza nazionale, cioè l’incolumità anche fisica di ogni cittadino. Un pezzo grande di sicurezza nazionale si gioca fuori dai confini nazionali". Poi spiega cosa rende la Libia così indispensabile: "Primo: è la base più avanzata dei trafficanti di esseri umani. Secondo: vi si gioca una partita energetica essenziale, come si è visto nella vicenda ucraina. Terzo: l’Africa è il principale incubatore di terrorismo internazionale e solo qualche anno fa la capitale moderna della Libia, Sirte, era in mano allo Stato Islamico".
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Le migrazioni ci sorprendono ogni volta perché "non capiamo che sono un dato strutturale, non un’emergenza. Non chiamiamole più migrazioni ma movimenti di persone. Dobbiamo stare molto attenti alla trappola dell’identità". Quanto al pasticcio su Almasri: "Avrei utilizzato sin dall’inizio il tema della sicurezza nazionale: è netto. Ne imparai il senso nel 1998, vedendo che i tedeschi non ci chiesero l’estradizione dell’arrestato Ocalan, capo del Pkk curdo, benché avessero emesso per lui un mandato di cattura per terrorismo: c’erano in Germania le comunità turca e curda più importanti d’Europa, un processo avrebbe devastato la tenuta sociale". Ma in simili vicende, tra necessità ed eticità, "dobbiamo abituarci alla ’guerra del bene contro il bene, come dicono gli inglesi. L’unipolarismo occidentale è finito e non è alle viste un multipolarismo virtuoso. La sicurezza nazionale è cruciale. Lo Stato deve garantire questo, non è una ong" conclude Minniti.