Balzelli
Trump: "Presto dazi sulla Ue"? Sciacallata-Schlein: "Meloni si è chiesta perché era sola?"
Dopo i dazi a Canada, Messico e Cina, toccherà all'Unione europea. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente americano Donald Trump, ammettendo all'opinione pubblica degli Stati Uniti che "forse soffriremo un po'". A preoccuparsi maggiormente, però, almeno per il momento, è proprio l'Europa. E in Italia Elly Schlein e il Pd ne approfittano per una folle guerra contro la premier Giorgia Meloni, accusata di fatto di "connivenza" con la Casa Bianca.
"Questa sarà l'età dell'oro dell'America! Ci sarà qualche sofferenza? Sì, forse (e forse no!)", ha scritto Trump sul social Truth, come ad ammettere che la "guerra dei dazi" ampiamente annunciata avrà ricadute negative anche sui suoi concittadini. Un monito che da tempo giunge da economisti e analisti statunitensi, e che in queste ore varie testate americane riassumono in numeri: gli Stati Uniti nel 2024 hanno importato dal Messico ben 46 miliardi di dollari di prodotti agricoli, di cui 9 miliardi in frutta fresca. Tassare del 25% questi prodotti di basa avrà forti ricadute sulla vita quotidiana delle famiglie e di tante attività commerciali e di ristorazione. Quanto al Canada, sempre lo scorso anno gli Stati Uniti hanno importato 97 miliardi di dollari di petrolio e gas - anche se i dazi sul settore energetico ammonteranno al 10%, e non al 25% come sul resto dei prodotti.
Nella serata di ieri, il neo-presidente è poi intervenuto assicurando che la politica dei dazi che sta facendo tremare le borse mondiali "sarà ampliata" a partire dall'Unione europea, contro cui i dazi "verranno sicuramente introdotti. Non abbiamo una tabella di marcia precisa, ma avverrà presto". All'origine di questa decisione, Trump ha indicato l'ampio deficit commerciale tra gli Stati Uniti e l'Unione, che a suo dire dovrebbe comprare molte più automobili e prodotti agricoli "made in Usa".
Prevedendo questa mossa, la Commissione europea aveva già annunciato tramite un suo portavoce: "Risponderemo fermamente a qualsiasi partner commerciale che intenda imporre tariffe ingiuste o arbitrarie sui prodotti dell'Ue". Anche il Regno Unito sarà colpito da sanzioni, tuttavia il nuovo inquilino della Casa Bianca ha usato toni più conciliatori: "Penso che potremo trovare un modo per risolvere la cosa", ha detto, aggiungendo che "il primo ministro Starmer è stato molto gentile, abbiamo avuto un paio di incontri, abbiamo avuto numerose telefonate, stiamo andando molto d'accordo, vedremo se riusciremo o meno a pareggiare il nostro bilancio".
I dazi di Trump, aveva spiegato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti sabato in un evento a Varese, sono una misura che "preoccupa, è già accaduto in passato, lo ha fatto anche l'amministrazione Biden. E' utilizzato come strumento di politica industriale da parte degli Usa per riportare delle produzioni negli Usa". "L'Europa - proseguiva il numero 2 della Lega - inizi a immaginare degli strumenti per difendere le produzioni che esistono in Europa e in Italia. Ci diano strumenti per difendere la nostra industria che altrimenti rimane stritolata dalla concorrenza che viene dall'Asia o dagli Usa. Strumenti ce ne sono tanti per esempio un uso più intelligente della tassazione ambientale che è stato un clamoroso autogol per tutta l'industria dell'automotive".
E le opposizioni? Proprio quando servirebbe una voce univoca dell'Italia in Europa (a monte di una posizione compatta degli stessi Paesi membri dell'Ue) ecco partire alla velocità della luce la campagna mediatica dei democratici contro la premier. "Ho già chiesto se Giorgia Meloni ha realizzato di essere andata da sola all'insediamento di Trump quando l'Unione europea non è stata coinvolta. Mi chiedo se lei si sia chiesta cosa ci facesse lì da sola, perché è evidente che tra essere i primi della classe o quelli con la relazione più amicale ed essere funzionali a un disegno di disgregazione dell'Europa, il passo è breve", è l'accusa della segretaria Schlein. "Se si vuole fare l'interesse dell'Italia - ha aggiunto - oggi più che mai bisognerebbe puntare all'unità europea con il superamento dell'unanimità, e a un grande piano di investimenti comuni che è una risposta che deve anticipare i dazi di Trump".
Stessa musica da Lia Quartapelle, vicepresidente Pd in Commissione Esteri alla Camera: "Trump e Musk - attacca la deputata - stanno smantellando con violenza il contributo Usa alla solidarietà e cooperazione globale. L'uscita dal WHO, lo stop a tutti i programmi di aiuto, l'incertezza su usaid (l'account ieri è stato sospeso) sprofonderanno i paesi più poveri nella povertà e pandemie. Per l'Italia, che da sempre lavora per il dialogo e la cooperazione, l'avanzare dell'isolazionismo ed egoismo è un pericolo: aumenterà la povertà, l'instabilità, le migrazioni. Ho presentato un'interrogazione che chiede ad Antonio Tajani come reagirà alle decisioni di Trump".