L'editoriale di Mario sechi
Calma e gesso. Il conflitto e il Quirinale
I dieci anni di Sergio Mattarella al Quirinale si celebrano mentre è in corso uno scontro tra il governo e la magistratura. Durante il suo primo mandato il Presidente si ritrovò di fronte al caso Palamara, il magistrato che aveva rivelato il suk del Consiglio superiore della magistratura, i giochi delle correnti sulle nomine e le carriere delle toghe. In quell’occasione Mattarella fu netto, severo, parlò di «grave sconcerto e riprovazione per quanto accaduto» (29 maggio del 2020). Soluzione? Nel 2022 venne approvata la riforma Cartabia dell’ordine giudiziario, ma fu chiaro che non avrebbe spento l’incendio.
Perché il “governo dei giudici” esiste e si espande, ma non aveva mai incontrato una leadership forte e tutta politica - profondamente politica come quella di Giorgia Meloni. Così cinque anni dopo, ecco un altro conflitto tra il governo e le toghe. Siamo in uno stallo alla messicana e il duello durerà a lungo. Molti si aspettano un segnale dal Colle, ma il silenzio di Mattarella non va interpretato come una scelta di parte, è nello stile del Presidente.
Calma e gesso. Lezioni dal passato? C’è il filo rosso della storia italiana: l’ex Presidente Francesco Cossiga, il 26 luglio del 1990 inviò alle Camere un messaggio «sui problemi in tema di Giustizia»; due anni dopo, il 27 gennaio del 1992, ne inviò un altro. Predicò nel deserto, mentre si addensava la tempesta che è giunta fino ai nostri giorni. Aveva ragione. E sono trascorsi più di 30 anni.