Il suo mini-barchino
Albania, terzo viaggio-farsa della piddina pro-migranti Rachele Scarpa
Siamo alle solite, con tragedia e farsa intrecciate come legni di vimini. Mentre a Roma veniva consegnata una sorta di dichiarazione di guerra giudiziaria contro mezzo governo, contemporaneamente una deputata piddina vagava per l’Albania sempre in cerca di polemiche sull’immigrazione.
Gentile onorevole Rachele Scarpa, in fondo che lei si occupi di questi temi risulta perfino più rassicurante rispetto all’ipotesi che riprenda a straparlare di Medio Oriente. Ancora nel 2021, prima di farsi candidare ed eleggere alla Camera per il Pd, lei parlava infatti – apprendiamo dalle cronache di quei giorni – di «regime di apartheid di Israele». Meglio dunque che lei abbia cambiato area di interesse e teatro di intervento, diciamo così.
Dopo di che, qui a Libero sappiamo bene che l’opposizione deve fare il suo mestiere (ci mancherebbe) e che tra le funzioni di un parlamentare esiste anche l’esercizio di un potere ispettivo che consente agli onorevoli (a volte, nella storia, assai meritoriamente) di visitare luoghi di costrizione come carceri o centri detentivi.
Suscita però una certa curiosità il fatto che lei, da ottobre a oggi, sia stata ben tre volte in Albania, sempre per sparare a palle incatenate contro le strutture volute dal governo, e in qualche caso anticipando o facendo da ragazza del coro rispetto alle decisioni giurisdizionali ostili che si sono susseguite. Può darsi che lei sia una sottile e sofisticata giurista, capace di azzeccare al millimetro le previsioni; o forse – diranno i maligni - che qualcuno le abbia dato qualche dritta giusta; o magari – insinueranno altri – che lei e alcuni magistrati condividiate un pregiudizio anti governativo e pro immigrazionista.
Resta il fatto che lei (aereo, barcone o barchino che sia) sta quasi più in Albania che a Montecitorio. Ieri, con toni da pasionaria, ha fatto sapere di aver monitorato le procedure di identificazione e screening medico delle persone arrivate al centro di Shëngjin (quasi tutti bengalesi, più alcuni egiziani, gambiani e ivoriani). E – apriti cielo – lei ha comunicato al mondo che, a bordo della nave, non c’erano rappresentanti del carrozzone Onu detto Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), e che quindi le operazioni di pre-screening erano svolte dal personale medico della Marina militare. E quindi? Non le va bene? Ha delle osservazioni da muovere alla nostra Marina? Ritiene che siano stati compiuti atti sbagliati, scorretti, inopportuni?
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Al Pd il personale medico della Marina non sta simpatico? A leggere le agenzie, lei ieri era una furia: «C’è una debolezza di sistema. Già fare i controlli su una nave è un problema, poi non avere il personale che è deputato a fare queste cose complica la situazione». Poi, presa la rincorsa, lei non si è fermata più, spiegando che il personale medico della Marina «non può certamente dare le stesse garanzie di terzietà che invece un’Agenzia delle Nazioni Unite garantiva da questo punto di vista».
Diranno i lettori: ma possibile che – arrivati a questo punto – la piddina non abbia ancora parlato di deportazioni? Tranquilli, perché la lacuna è stata prontamente colmata: «Siamo di fronte a un’ennesima violazione dei diritti e delle garanzie che sono dovute alle persone deportate». Eccoci qua. Per carità, onorevole Scarpa: lei ha tutto il diritto di chiedere al governo qualunque risposta, e anche di fare la sua chiassata sperando in una qualche eco mediatica.
Faccia come crede. Le suggeriremmo però un supplemento di riflessione. È proprio sicura che la stragrande maggioranza degli elettori non la consideri una marziana, anzi una che guida contromano in autostrada? Ma veramente lei pensa che un elettore normale (non solo di destra, pure di sinistra!) ritenga problematico il fatto che un’identificazione e uno screening medico siano stati compiuti dal personale – appunto – medico della nostra Marina? Non le sorge il dubbio di aver superato il confine tra il legittimo esercizio di un potere ispettivo e una lagnetta da politicante in cerca di polemicucce? Non pensa che ci siano cose più utili che un parlamentare possa fare, oltre che organizzare tre viaggetti in Albania in cento giorni? Sbagliare è umano, perseverare è Pd. Cordialità.