Primo cittadino

Matteo Lepore è all'angolo, caos-Pd a Bologna: sinistra in tilt per una bandiera

Francesco Storace

E ora litigano pure tra sindaco e vicesindaco di Bologna. Il primo cittadino issa la bandiera israeliana accanto a quella palestinese, la sua vice dice no. Sinistra senza freni neanche di fronte alla tregua, come se ci si dovesse arrendere ad una nuova guerra di qui a quaranta giorni. È Emily Clancy – la vice di Lepore – a sposare in tutto e per tutto la posizione della sua lista, Coalizione civica, contraria all’esposizione della bandiera di Israele in Comune. Più cinica che civica... «Il nostro movimento è stato molto chiaro con la sua posizione, abbiamo espresso la nostra linea», dice Clancy. Il sindaco Matteo Lepore «ha fatto questa scelta perché l’aveva annunciata ai tempi nella speranza che si arrivasse al cessate il fuoco. Noi abbiamo detto cosa ne pensiamo».

LA FAIDA INTERNA
Contraria, dunque, all’esposizione della bandiera di Israele accanto a quella palestinese e al vessillo della pace, Clancy non nasconde la propria amarezza per le critiche giunte durante il presidio filo-palestinese a Palazzo d’Accursio e definisce «fonte di dolore vedere il proprio nome e il proprio cognome accostati alla parola sionista, una parola molto seria. Né io né il sindaco chiaramente lo siamo, anzi c’è un impegno netto a favore del popolo palestinese e della costruzione di condizioni di pace». Lo dice come se la parola “sionista” fosse una parolaccia e glielo fa notare un consigliere comunale di Milano, Daniele Nahum, consigliere comunale di Milano nelle file di Azione e che ha lasciato tempo fa il Pd. «L’esponente di Coalizione civica ha dichiarato di essere rimasta colpita da uno striscione che la definiva, insieme al sindaco Lepore, “servi del sionismo”, affermando che è doloroso vedere tale parola associata ai loro nomi, dato che si schierano a favore del popolo palestinese e della pace» ma, dice Nahum, «desidero far notare alla vicesindaca che il tanto vituperato sionismo è una dottrina simile al nostro Risorgimento, basata sul diritto del popolo ebraico ad avere una patria.

 

 



Israele - ricorda Nahum - è stato fondato grazie al contributo fondamentale del sionismo socialista, e questa dottrina non è in contrapposizione alla soluzione pacifica dei due Stati per i due popoli. L’affrettarsi a distaccarsi da questo termine rivela una scarsa comprensione dei fatti e un approccio unilaterale alla complessità del conflitto». Per Nahum, allora, «è opportuno chiedere al sindaco Lepore se avvalora le dichiarazioni della sua vicesindaca, ricordandogli che prendere le distanze dal sionismo significa negare il diritto all’esistenza stessa di Israele. È evidente che esprimere una legittima critica nei confronti dei governi israeliani è assolutamente giustificato, ma non si può certo considerare il sionismo una parolaccia da cui distaccarsi».

La smetteranno di litigare? La numero due del Xomune di Bologna approfitta dello smarrimento a sinistra per prendersela con Fratelli d’Italia, a proposito del sostegno alle realtà che si battono per la causa palestinese: «È chiaro – dice che gli episodi di violenza vanno condannati ma bisogna cercare di rispondere a tensione e rabbia sociale abbassando la tensione e cercando di costruire condizioni di dialogo», risponde Clancy. Questa, sottolinea ancora la vice di Lepore, «è una responsabilità che hanno sicuramente gli amministratori e le forze politiche, quindi forse farei questo invito a Fratelli d’Italia».

ANTISEMITISMO VELATO
Insomma, fa tutto da sola, decide chi ha torto e chi ha ragione, dal suo sindaco fino all’opposizione... Ma è indubbio che a sinistra c’è uno scontro politico che difficilmente si ricomporrà. Troppi ideologismi impediscono di ragionare sui motivi del conflitto mediorientale, come se la tragedia del 7 ottobre fosse stata una cosa da niente. Ovvio che, come hanno fatto in tanti, è apparsa esagerata la rappresaglia israeliana, ma nessuno può davvero ignorare chi è stato a scatenare una guerra atroce. Quelle due bandiere, issate tardivamente dal Comune di Bologna, dovrebbero servire a lanciare segnali di pace. Ma il sindaco ha in casa una vice che dice di no. E questo è gravissimo. Perché è la posizione dei violenti che nelle scorse settimane si sono fatti sentire a suon di violenza. E il passo dall’antisionismo all’antisemitismo diventa davvero breve. Non è il migliore segnale che si trasmette ai cittadini.