Caso Brescia
Brescia, la sinistra grida allo scandalo per colpire il ddl Sicurezza
L’inchiesta, ma per vilipendio alla lingua italiana, andrebbe aperta contro l’ambientalista che non dice «donne», bensì «persone socialmente identificate come donne». L’ambientalista si fa chiamare Val - in un video, rilancia: «Persone femminilizzate».
È il neoidioma che cancella le differenze di sesso. L’attivista di Extinction Rebellion – l’estinzione è dell’italiano, non dell’ambiente – denuncia di aver subìto abusi dai poliziotti di Brescia durante la perquisizione in questura. La ragazza, assieme ad altri compagni diversamente identificati come uomini e donne, lunedì ha manifestato davanti alla sede di Leonardo, azienda a controllo pubblico che si occupa di sicurezza e difesa, ed è stata portata via. Con lei alcuni rappresentanti di Ultima Generazione e Palestina Libera. «Mi hanno chiesto di togliermi le mutande e fare tre squat (piegamenti sulle gambe, ndr) per dei controlli, a detta loro. Questo trattamento è stato riservato solo a persone femminilizzate». La procura al momento non ha aperto alcuna indagine, e a luglio peraltro, per un’inchiesta avviata a Bologna su un caso analogo, è stata chiesta l’archiviazione. A denunciare era stato sempre Extinction Rebellion. Oggi la sinistra ci riprova, s’indigna. L’unico obiettivo è quello di contestare il disegno di legge Sicurezza. I progressisti vogliono le forze dell’ordine immobili. Pronti? (...)
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