dietrofront

Caivano, Nicola Gratteri: "Non è solo uno spot, anche io ho dovuto ricredermi"

"Caivano non è stato uno spot". Nicola Gratteri fa una sorta di mea culpa: "Anche io pensavo sarebbe stato uno spot. Poi - è il dietrofront - "sono stato più volte". E quello che ha visto ha portato il procuratore di Napoli a cambiare idea: "A Caivano sono state fatte cose concrete, intanto la palestra gestita dagli olimpionici della Polizia di Stato. Nel Comune non c’era un assistente sociale, ora ce ne sono 7 o 8". Intervenuto durante la sua audizione davanti la Commissione Parlamentare Antimafia, Gratteri si sofferma sul problema delle province, in quanto "meno controllate". Qui "ci vorrebbero più uomini e mezzi", ma non solo, perché bisogna "sensibilizzare per comprare più telecamere, il mezzo più economico di sicurezza e per la ricerca della prova".

Ciò che più preoccupa il magistrato è l'età di chi commette reato. Una soglia che si abbassa sempre di più col passare del tempo. "Mano a mano che passano gli anni - afferma amareggiato - diminuisce l'età dei minori che commettono reati e dei soggetti al vertice dell'organizzazione camorristica!". Per questo è "il momento di prendere atto che se è una costante l'abbassamento dell'età di chi commette reati di camorra, forse bisogna iniziare a pensare che per questo tipo di reati, quando c'è una connessione con gli adulti, possa continuare a fare le indagini la procura distrettuale antimafia". 

 

 

In difesa del 41 bis, il procuratore insiste sulla necessità di costruire nuove strutture: "Io da 20 anni propongo la costruzione di quattro strutture per il 41 bis, ora ne esiste una sola in Sardegna e una a Cagliari che non si riesce ad aprire e il perché è un mistero". Già mesi fa, in merito al carcere duro, Gratteri aveva preso le difese del sottosegretario Andrea Delmastro: "Se il 41 bis esiste così com'è, lo si deve a lui che è quello che sta insistendo più di tutti".