Il vero volto del Pd
Bologna, Matteo Lepore dopo gli scontri: "Forti tensioni politiche. E qualcuno strumentalizza"
"Nonostante i proclami di chi sulla rete ha promosso questo raduno violento, non c'è stata nessuna manifestazione politica, ma solo devastazione". Corre ai ripari Matteo Lepore, all'indomani degli scontri in centro città e dell'attacco alla sinagoga.
Il sindaco Pd di Bologna si spende in tre interviste al Corriere della Sera, Repubblica e la Stampa, per condannare gli incidenti come vandalismo fine a sé stesso. Alla buon'ora, verrebbe da dire. Anche se nessuno dimentica come il primo cittadino dem abbia sempre appoggiato le battaglie dei pro-Pal che nei mesi scorsi avevano messo a ferro e fuoco Bologna e non solo (aveva anche appeso una bandiera palestinese da Palazzo d'Accursio, la sede del Comune). Coloro che protestavano e picchiavano allora la polizia in piazza nel nome di Gaza sono gli stessi che oggi lo fa nel nome di Ramy Elgaml, l'egiziano morto a Milano lo scorso novembre al termine di un lungo inseguimento dei carabinieri. Una continuità politica e sociale totale (centri sociali, studenti ultra-politicizzati di sinistra immigrati di prima e seconda generazione, associazionismo vario) su cui i democratici fanno finta di nulla. E viene il sospetto che la condanna di Lepore sia arrivata non tanto per i poliziotti feriti, ma per l'assalto alla sinagoga che non lascia ai dem altra scelta se non dissociarsi.
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"Sabato sera a Bologna non c'è stato nessun corteo, ma persone che si sono organizzate sui social e subito si sono messe a devastare e a incendiare cassonetti. Difficile stabilire chi siano i protagonisti, anche se conosciamo le reti dei collettivi studenteschi, da sempre protagoniste di manifestazioni antagoniste, e i comitati spontanei per Ramy".
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C'è di che preoccuparsi, sembra svegliarsi tardivamente il sindaco, che però è lesto a ribaltare la frittata: "Nel nostro Paese ci sono forti tensioni politiche e sociali da un anno: a volte cortei, a volte queste fiammate quasi inspiegabili, poi le sfilate di CasaPound e dei Patrioti. E qualcuno che tende a strumentalizzare: il dibattito politico non ci va leggero e cerca capri espiatori".
Lepore dice no alla stretta sulla sicurezza, con il governo che studia un nuovo giro di vite alle modalità di manifestare e misure a maggiore protezione delle forze dell'ordine. La parola d'ordine, come sempre si sostiene a sinistra, non deve essere "repressione". "Si inaspriscono le pene e si riempiono le carceri ma problemi rimangono. Servono invece appelli alla calma e unità fra le istituzioni per abbassare la tensione. Bene ha fatto il questore di Bologna a dire che l'altra sera si trattava di violenza per la violenza, poi le indagini diranno di più. A oggi - continua il sindaco -, sembra violenza gratuita mascherata da un movente politico, da condannare in ogni caso. Senza l'intervento molto professionale di polizia e vigili del fuoco, bersaglio anche loro di sassaiole, la situazione sarebbe stata ben peggiore".
Riguardo alla sinagoga, la comunità ebraica bolognese chiede la rimozione di quella famigerata bandiera: "Sono molto rammaricato, perché tengo molto ai rapporti con la comunità ebraica e d'altra parte sono stato io stamattina (ieri) a denunciare l'accaduto. Poi si capirà se fosse un vero attacco organizzato o un gesto di vandalismo come nelle altre strade coinvolte. In certe dichiarazioni ho notato una chiave strumentale che lascio a loro, aggiungo solo che sia la pace sia i diritti umani restano un nostro impegno. Non credo proprio che sia questa la causa, è una lettura totalmente sbagliata".