Soldi, soldi, soldi
Bologna, disastro del Pd: ecco tutti gli affitti che non ha pagato
Tutti sapevano che il Pd navigava in cattive acque e che non pagava gli affitti dei circoli alla Fondazione Duemila di Bologna. E così gli scritti sono corsi a ripari. Come? Vendendo la sede di via Dozza e affittando per 600 euro al mese un locale di 85 metri quadrati da una cooperativa sociale. Autofinanziandosi con Feste dell'Unità di quartiere, cene e aperitivi. "L'impegno è tanto - ha confessato Giovanna Depasquale al Fatto Quotidiano -, ma qualche soldino lo portiamo a casa".
"Lo sapevamo da almeno sette-otto anni", ha spiegato Isabella Angiulli, segretaria del circolo Murri che vanta 300 iscritti. "Con la vittoria di Schlein alle primarie si stanno tesserando giovani che rimpiazzano chi se ne va: sono più radicali. Noi non vogliamo andarcene – ha proseguito Angiuli –, ma anche i più vecchi sanno che serve un progetto di riorganizzazione del partito e che ogni circolo deve essere funzionale a quel progetto”.
Il Pd sta affrontando una riorganizzazione senza precedenti. Come? Con la chiusura del 20% dei circa 90 circoli dem di Bologna. Il debito con la Fondazione ha superato i 4 milioni di euro. Una cifra da capogiro. "Come quando il partito decise di vendere le Case del Popolo, che erano state costruite dai volontari e c’era chi aveva preso le ferie per andare a lavorare in cantiere: la gente si incazzò", ha ricordato Mario Oliva. "Gli iscritti la stanno vivendo male questa storia della chiusura dei circoli, il territorio deve essere presidiato e noi siamo abituati a stare in mezzo alla gente, ad avere un punto di ritrovo. Tutte le domeniche ci ritroviamo per discutere: la prossima affronteremo la questione. Ma se c’è qualcuno che pensa di mettere in croce la segretaria provinciale lo aspettiamo al varco”, ha concluso Oliva.