L'insuccesso della mobilitazione

Cgil, flop delle proteste: anche i lavoratori si sono stufati dello sciopero politico

Francesco Storace

MassimoBoldi l’avrebbe organizzata in maniera più partecipata, diciamo. L’ondata scioperaiola di ieri non era manco degna di un cinepanettone dopo le ferie natalizie: un flop storico. Trasporti, inclusi quelli locali, ferrovie, scuola e chi più ne ha più ne metta, i disagi del venerdì a braccia conserte non si sono registrati come in passato. E hai voglia a fare dotte analisi sul perché: più semplicemente cominciano ad essere tanti i lavoratori stufi degli scioperi politici. Perché ormai questa pare la finalità dei sindacati, siano essi grossi o marginali. Fare battaglia più politica che sociale, pur se nel nome della pomposa “rivolta” landiniana. Anziché aumentare grazie a sapienti trattative l’entità dei contratti, sono gli stipendi a ridursi per le strategie dei rappresentanti di chi non va a lavorare per rispettare la consegna sindacale. Un tweet di ieri merita una segnalazione: «Certo che se l’adesione agli scioperi segue il trend dell’affluenza alle urne, questo governo ce lo teniamo per altri 200 anni». A nome degli sconsolati di sinistra, probabilmente.

Oppure, sono proprio i lavoratori che sono usati da chi non fa sindacato ma politica. Basti pensare alle cifre dell’astensione dal lavoro. Clamoroso uno dei dati emersi a Roma, nella società del trasporto pubblico locale: l’adesione complessiva del personale Atac allo sciopero nazionale di ieri è stata pari al 16,4%. Il dato era riferito alla mattinata, ma non è che poi si siano fermati chissà quanti mezzi pubblici... Idem altrove, stando alle notizie raccolte qui e là: in Friuli Venezia Giulia, ad esempio, si registrano treni e bus regolari. Anche a Napoli le cifre diffuse parlano di metropolitane e funiculari assolutamente regolari come servizio. Pochi i disagi in città anche per gli utenti di Anm (Azienda napoletana mobilità). E a sbeffeggiare i promotori dello sciopero è il Codacons, che denuncia il “flop”.

 

Si dovevano vedere incrociare le braccia i lavoratori dei trasporti e quelli del comparto scuola in tutta Italia, da Milano a Roma, da Napoli a Palermo. Per quanto riguarda la protesta nei trasporti il Codacons parla di «fallimento con bassissime adesioni e nessuna interruzione dei servizi». Il primo “venerdì nero” dell’anno «si è rivelato a tutti gli effetti un flop, con il trasporto pubblico rimasto regolare nelle principali città; dove bus, tram e metro hanno continuato a garantire le corse. E nessuna interruzione è stata registrata sul fronte del trasporto ferroviario. Da nord a sud Italia i disagi per gli utenti sono stati minimi, e le adesioni alla serrata ben al di sotto delle aspettative dei sindacati».

Il presidente dell’associazione dei consumatori Carlo Rienzi è netto: «Vanno studiate forme di sciopero diverse, come lo sciopero delle biglietterie e dei controllori; che non arrechino danno ai cittadini, consentendo ai lavoratori di portare avanti le proprie istanze senza interrompere i servizi essenziali al Paese». Del resto, i dati sul lavoro del governo Meloni sono soddisfacenti e la scarsissima adesione dal mondo della scuola, poste, trasporti e altri settori si spiega. La disaffezione dei lavoratori da parole d’ordine prettamente politiche e lontane dal mondo sindacale creano disaffezione e vengono sentite lontane dalla realtà.