L'ora del cambiamento
Matteo Salvini dopo Open Arms: "I giudici che sbagliano pagheranno di persona"
Dopo l’assoluzione con formula piena, Matteo Salvini pigia il piede sull’acceleratore. Oggi a Roma durante il vertice sul “caso Albania”, convocato dal premier Meloni, il leader leghista porrà l’accento su due questioni fondamentali per la Lega e per il governo: spingere sulla riforma della giustizia e blindare i confini stringendo ancora di più le maglie nei confronti delle Ong.
Non sarà invece in agenda un possibile ritorno di Salvini al Viminale. Un’eventualità che il leader leghista è tornato a smentire anche ieri, durante il bagno di folla a Milano al banchetto organizzato dalla Lega per festeggiare la sua assoluzione. «Al ministero degli Interni c’è un amico, una persone che ha la mia amicizia e la mia fiducia come Matteo Piantedosi. Sicuramente occuparsi della sicurezza, del futuro, della serenità degli italiani, è qualcosa di bello a cui tutti non potrebbero che ambire e se qualcuno in passato poteva dire “Salvini non può andare agli Interni perché c’è un processo in corso sulla sua condotta da ministro”, adesso questo alibi non ce l’ha più. Ma in questo momento- ribadisce Salvini - sto bene dove sto. Al Mit abbiamo tanti progetti, tanti cantieri e tante opere: le Olimpiadi Milano-Cortina, il Ponte sullo Stretto, una nuova rete finanziaria con più di mille cantieri aperti».
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Poi passa alla riforma della giustizia: «La responsabilità civile dei giudici che sbagliano e ne devono rispondere personalmente, la separazione delle carriere, servono non a Matteo Salvini ma a 60 milioni di italiani. È una riforma urgente, ora più che mai...». Poi torna a parlare del suo processo: «È bello, dopo tre anni, tornare a Milano da uomo libero e non da presunto delinquente, criminale e sequestratore. Ci abbiamo messo tre anni, però abbiamo ribadito che difendere i confini della Patria, proteggere gli italiani, contrastare i trafficanti e gli scafisti, rimandare associazioni straniere nel loro Paese e i clandestini là da dove sono arrivati è legittimo, è un diritto e un dovere. E quindi a sinistra se ne facciano una ragione, sono contento che sia finita così. È la dimostrazione prosegue il vicepremier - che fra i 9mila giudici ce ne sono di liberi, ma il fatto che io sia stato assolto in primo grado non significa che la giustizia non vada profondamente riformata, perché ogni anno mille italiani vengono ingiustamente incarcerati per errore e scarcerati dopo qualche mese o qualche anno con una pacca sulla spalla».
Conversando con i giornalisti, Salvini ha anticipato anche che una delle battaglie politiche della Lega per il 2025 sarà quella del «diritto al risparmio per i cittadini che non dovranno più essere vessati dalle banche» che «non devono fare carne da macello dei risparmiatori e dei dipendenti». Sulle elezioni Milano, poi, ha ribadito che «qualche idea sul candidato ce l’ho, sia esso politico o civico, ma ne parleremo con gli alleati. L’importante è non arrivare all’ultimo momento e impreparati come l’ultima volta». Smentita invece la notizia che il centrodestra starebbe pensando al generale Roberto Vannacci come candidato per la Regione Toscana: «Ha appena preso mezzo milione di voti per tutelare l’Italia in Europa».
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A Milano Salvini ha parlato anche di Lega: «Il congresso federale si terrà entro la fine dell’inverno, a febbraio o marzo». Nei mesi scorsi invia Bellerio si era ragionato sul convocarlo attorno alla metà di febbraio, soprattutto in caso di condanna al processo su Open Arms: sarebbe stato un modo per far sì che la comunità della Lega si stringesse attorno al suo leader. Con l’assoluzione, però, il congresso potrebbe slittare di un mesetto, con temperature più miti e spostamenti più agevoli. Del resto l’assise leghista, che torna a riunirsi dopo 11anni, sarà sostanzialmente programmatica. Infatti non c’è mai stata - a maggior ragione dopo l’esito del processo- l’idea di mettere in discussione la leadership politica di Salvini. Piuttosto sarà l’occasione per rilanciare l’azione politica della Lega sui territori, sulla falsa riga del proficuo dibattito avvenuta in occasione del recente congresso lombardo.
In serata Salvini ha ricevuto la telefonata del premier israeliano Bejamin Netanyahu, «che si è congratulato per l’assoluzione». Per contro il leghista ha auspicato di «poter tornare presto in Israele».