Sinistre ingerenze
Il Consiglio d'Europa in una lettera-delirio ci ordina di cambiare il ddl Sicurezza
Il Consiglio d’Europa è un’istituzio- ne che non c’entra assolutamente niente con l’Unione Europea, anche se ha sede a Strasburgo. Non ha alcun potere coercitivo sugli Stati nazionali, tantomeno sanzionatorio. È una sorta di onlus internazionale che esiste dal 1949, fondata con lo scopo di evitare che si ripetano le atrocità della seconda guerra mondiale. Naturalmente, per sopravvivere e garantire incarichi raffinati, onerosi e di scarsa utilità, ha cambiato un po’ pelle: è diventato una sorta di consulente sinistrorso in materia di democrazia, cultura, ambiente, diritti umani.
Il 16 dicembre, l’irlandese Michael O’Flathery, che di questo “burosauro” (dinosauro burocratico) è commissario, ha spedito una tracotante lettera di Natale al presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Senatori italiani, non approvate il disegno di legge sulla sicurezza perché é contrario alla libertà d’espressione e di riunione pacifica». La mossa, come prevedibile, in Italia ha avuto una duplice, opposta, reazione. La seconda carica dello Stato ha replicato in maniera orgogliosamente vibrante quanto istituzionalmente ineccepibile. In altre parole, ha mandato a stendere O’Flathery parlando di «inaccettabile interferenza, pretesa di condizionare la volontà dei senatori, quasi non fossero capaci di valutare autonomamente contenuti e conseguenze di una legge».
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L’opposizione si è galvanizzata, fedele allo schema di svendere l’Italia all’estero pur di poter attaccare il centrodestra. M5S e Azione hanno attaccato La Russa, parlando di «sgarbo istituzionale», il Pd ha rimproverato alla destra di «sentirsi al di sopra della legge», dimenticando che il Consiglio non ha alcun potere legislativo. Il più tenero è stato Francesco Boccia, il burattinaio dell’elezione di Elly Schlein, che ha chiesto di cambiare la norma ma almeno si è espresso «in difesa dell’autonomia del Parlamento».
Per chi non lo ricordasse, il ddl sicurezza, che in Senato dev’essere ancora calendarizzato, è già passato al vaglio informale del Quirinale, che ha suggerito due modifiche, sul divieto di vendere schede telefoniche agli immigrati illegali e la possibilità di arrestare donne incinte, accolte dalla maggioranza. Al Consiglio però non basta: i signornò di Strasburgo sono contrari all’introduzione dei reati di interruzione del traffico, la norma che punisce i blocchi stradali degli invasati di Ultima Generazione, e di protesta carceraria. Li ritengono vaghi e pericolosi.
Comprensibile che la sinistra nostrana si ecciti e plauda.
Ha le armi spuntate e qualsiasi sassolino diventa un martello da scagliare contro la maggioranza. Ma il piglio è anti-statuale, le aspettative sono pie speranze, le argomentazioni sono scuse fragili e lo spettacolo che ne esce è pietoso. Pur di screditare il governo italiano, e quindi l’Italia, la sinistra accredita un’istituzione chiacchierona e inascoltata. Il grafomane O’Flathery infatti ultimamente ne ha avute un po’ per tutti. Ha attaccato la Polonia, la Finlandia, la Danimarca, la sua stessa Irlanda. Stando a lui l’Europa, anziché la culla della civiltà è il far west dei diritti. Tutte critiche durissime che gli Stati destinatari hanno bellamente ignorato, senza alcuna conseguenza interna né di rapporti con l’Unione Europea. Così farà anche l’Italia, dando alle lamentele del Consiglio il peso che valgono: poco più di niente. Da sottolineare la strategia diabolica di La Russa, che rende nota la lettere nel giorno del verdetto su Matteo Salvini, che naturalmente oscura tutto il resto. Grande mestiere. O’Flathery prenda nota.