Gli anti-Meloni
Massimo Giannini abbandona la Chat 25 aprile: il suo ultimo messaggio
"Massimo Giannini abbandona la chat da lui stesso creata. La 25 aprile implode dopo 8 mesi. Grande metafora della sinistra italiana". Ad annunciarlo, su X, è Flavia Fratello, giornalista del TgLa7 di Enrico Mentana che pubblica lo screenshot dell'ultimo, abbacchiatissimo messaggio d'addio di Giannini.
"Amiche ed amici - scrive l'editorialista di Repubblica -, con grande dispiacere e rammarico vi informo che dopo quest'ultimo messaggio lascio questa chat. L'idea che l'aveva fatta nascere era un'altra, ma constato che nel tempo si è irrimediabilmente perduta, sicuramente anche per responsabilità di chi l'aveva lanciata. Ma per quanto mi riguarda, mi fermo qui. Auguro a tutti il meglio, per oggi e per l'anno nuovo e per sempre.
Si segnalano, al momento 10 reazioni tra cuoricini e pollici in su. E una serie praticamente infinita di sfottò sui social. Inevitabili, vista la seriosità con cui Giannini, al tempo, aveva lanciato la chat. Una sorta di barricata contro l'avanzare del fascismo, una forma estrema di resistenza da salotto, con i componenti, scelti accuratamente nell'agenda di Giannini, praticamente il gotha della sinistra radical chic italiana, che si sono visti inserire nel gruppone che avrebbe dovuto forgiare la lotta contro Giorgia Meloni.
Erano i giorni della "censura" Rai contro Antonio Scurati, lo scrittore di "M" che rinunciò di partecipare a titolo gratuito alla trasmissione Chessarà di Silvia Bortone, in cui avrebbe dovuto leggere un suo monologo contro il fascismo in occasione della Festa della Liberazione. Monologo che se la prendeva anche con il governo di centrodestra in carica. Saltò tutto per meri motivi economici, la Bortone lesse quel messaggio, Scurati nei mesi successivi ha imperversato in tv e sui giornali così come lo steso Giannini.
Nel frattempo, la sua chat perdeva pezzi. Proprio Mentana, caustico, aveva salutato tutti così: "Il mio mestiere è un altro e a fare l'opposizione in Italia ci sono già sei partiti". E il comico spezzino Dario Vergassola aveva riassunto la situazione con una battuta perfetta: "Siamo più di 900 partecipanti, a mille partono le scissioni". Anche quella, a caldo, una "grande metafora della sinistra italiana".