Il vicepremier
Matteo Salvini, la promessa alle toghe poco prima della sentenza: "In caso di condanna ricorso in appello"
"Non c’è la galera domani. Se mi assolvono, vorrà dire che è stato riconosciuto il mio lavoro. Se mi condannano domani, farò ricorso in appello e continuerò a fare il mio lavoro, perché la riterrei una profonda ingiustizia, non a me, al Paese". A dirlo è stato il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, in una diretta social alla vigilia della sentenza nel processo Open Arms.
"Sono felice - ha esordito Salvini -. Ma come, uno che rischia la galera è felice? È scemo? No, ma comunque vada, io sarò orgoglioso di quello che ho fatto. Nell’estate del 2019 dissi a una nave di una ong spagnola, carica di migranti, di approdare in un altro Paese, in Spagna, a Malta, in Francia, ma non in Italia, che ai tempi vedeva sbarcare decine di migliaia di immigrati clandestini, loro dissero ’no, vogliamo approdare in Italia a tutti i costì. Qual è il reato? Secondo la sinistra e la procura di Palermo io ho sequestrato queste persone. Che non sono volute andare in Spagna nonostante la Spagna avesse messo a disposizione due porti. Il mio dovere è difendere il mio Paese, l’ho fatto. Ho rischiato? Sì, infatti domani vado a processo. Ma vi auguro di vivere una vita di passione. Si rischia qualcosa? Sì, io ad esempio ringrazio Dio e ringrazio gli italiani, Dio perché mi dona la salute e la forza di fare un lavoro che amo, e gli italiani che con il loro voto da anni mi permettono di provare a migliorare la vita delle persone. Ma sono felice di essere qui, anche perché da tre anni una volta al mese vengo nella splendida terra di Sicilia". Tra poche ore arriverà il momento del verdetto.