Il processo
Open Arms, la Lega fa quadrato attorno a Salvini alla vigilia della sentenza
“All’estero clamore e preoccupazione per il processo Open Arms, in cui è imputato Matteo Salvini, mentre in Italia è quasi silenzio": il senatore della Lega, Giorgio Maria Bergesio, lo ha detto a proposito del processo in cui il ministro è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti a bordo della Open Arms nel 2019. La richiesta dei pm è di 6 anni. Il 20 dicembre la sentenza. "Domani - ha proseguito Bergesio - il mondo saprà se è condannabile chi esercita il proprio mandato, proteggendo i confini del Paese”.
A 24 ore dalla sentenza a dire la sua è stato anche Salvini stesso, che su X ha scritto: "Fermare l’immigrazione clandestina, mettere fine al business dell’accoglienza e difendere i confini del mio Paese è un dovere, non un reato. L’ho promesso, l’ho fatto da ministro dell’Interno e lo ribadirò, sempre. Domani, al tribunale di Palermo, a testa alta". Il ministro, poi, ha spiegato che i suoi alleati in Europa hanno espresso solidarietà e stupore: "Alcuni non credono possibile che si possa processare per un'attività amministrativa e politica un ministro. Però sono contento, porto con me a Palermo domani il loro supporto; sono curioso, determinato, assolutamente non preoccupato".
Il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, ha sottolineato come "difendere l'Italia" non sia affatto un reato "per noi della Lega". Poi ha aggiunto: "Noi sappiamo che Matteo Salvini è nel giusto. Lo sappiamo noi, lo sanno gli italiani e lo sanno all'estero. È un processo politico? Ai posteri l'ardua sentenza". "Illogico", invece, è la definizione del processo data dal deputato del Carroccio Igor Iezzi, secondo cui si tratterebbe di "un attacco a un ministro che ha svolto coerentemente il proprio compito ed esercitato la propria funzione politica a tutela del Paese. Anche oltre confine questa vicenda sta suscitando sconcerto: difendere i confini non può essere un reato".
E ancora, le parole di Elena Murelli, senatrice del Carroccio: “Il processo Open Arms, contro Matteo Salvini, preoccupa i Paesi democratici, ecco perché all’estero fa clamore. Domani è il giorno di una sentenza storica: se un ministro dell’Interno fosse condannato per aver difeso i confini saremmo davanti a un caso senza precedenti”, conclude la Murelli.
Solidarietà anche da parte del ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Continuo a ripetere che mi pare veramente singolare che un ministro che fa il proprio dovere venga incriminato. Non bisogna mai utilizzare la giustizia a fini politici. Questo mi pare un caso che crea molti sospetti a questo proposito. Se fossi stato un magistrato avrei agito diversamente", ha detto a margine della riunione pre-vertice europeo del Ppe. E infine: "I magistrati devono sempre rispettare il principio della ripartizione dei poteri, che sono il fondamento della democrazia moderna. Salvini ha svolto il ruolo che deve svolgere il potere esecutivo. Mi auguro che ci sia un giudice in Sicilia che applichi la legge nel giusto modo. Sono convinto che Salvini debba essere assolto".