Strette
Pd toscano, guerra sovietica contro gli affitti brevi: come vogliono punire i proprietari
La rossa Toscana e la guerra agli affitti brevi. Dopo il pasticciaccio sulle keybox, idem di Firenze (e dintorni) ci riprovano: ‘sta volta con un provvedimento regionale, il Testo unico sul turismo, che è durato già otto ore di seduta fiume in commissione, lunedì scorso, e soprattutto ha tenuto banco per mesi, quelli spesi a mettere assieme il pacchetto di emendamenti che limita, taglia, comprime, frena, ridimensiona, restringe; epperò ci siamo. Il primo via libero è incassato, manca solo il voto dell’aula per renderlo definitivo (è atteso per la settimana prossima, felice Natale anche ai proprietari degli immobili): allora si parte.
Per loro, per i piddini sull’Arno, è «una legge che lascerà il segno». Ché l’importante, qui, adesso, è darci una stretta: i malumori di pancia; l’allarme contro l’overtourism che è diventato una moda; il caso di Firenze (giusto per restare sul territorio) dove, nelle settimane passate, è stato proposto di sforbiciate l’imu a chi si impegna a non affittare per il breve periodo, ma anche quello di Roma e di Napoli e di Torino; i blitz contro le cassettine delle chiavi; i proprietari che, invece, non ci stanno perché hai una casa sfitta, ci paghi sopra le tasse e magari hai pure investito per ristrutturarla, hai fatto due conti e hai capito che il settore turistico non conosce crisi (o quasi) e, al netto di altre tasse che comunque pagherai perché un reddito è sempre un reddito, quelle migliaia di euro in più ti fanno comodo per sbarcare il lunario, allora saranno anche fatti tuoi come e quando vuoi metterla in locazione? Alt. Ora cambia tutto.
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Cambia che nelle dieci città toscane che hanno più di 50mila abitanti (vuol dire tutti i novi capoluoghi di provincia con l’eccezione di Pistoia ma con l’aggiunta di Viareggio) tra pochissimo saranno i sindaci ad avere l’ultima parola: nel senso che saranno loro a poter adottare misure di massima, con decisioni più o meno invasive e barriere che, per la verità, stanno sollevando un polverone di critiche oggi che sono unicamente sulla carta figurati quando diventeranno operative.
Primo: le amministrazioni municipali potranno prevedere limitazioni territoriali. Potranno, cioè, vietare le locazioni brevi in alcune aree della propria città e in altre no. Metti il caso dei quartieri più centrali dove l’offerta generalmente è più alta (perché lo è anche la domanda, è una delle più basilari leggi del mercato: ma vaglielo a spiegare ai democartici di oggi). Una equa redistribuzione degli annunci, insomma, che però rischia di funzionare no. Anzitutto perché chi viene da fuori sceglierà comunque, sempre, una soluzione più comoda e più vicina alle principali attrazzioni, poi perché potrebbe trascinarsi in un discorso “discriminatorio”: chi ha un bilocale in centro (o comunque in una zona già “coperta”) rischia di essere penalizzato rispetto a chi ce l’ha altrove. La distinzione, ancora una volta, dovrebbe farla il mercato.
Secondo: seguendo la stessa logica i primi cittadini potranno incidere anche sulla durata temporale degli affitti turistici, ossia potranno vietare, per un numero massimo di giorni all’anno, anche non consecutivi, l’attività ricettiva. Che è un altro, grosso, problema: i dì di chiusura sono dì di incasso zero, ma sono comunque dì in cui tu devi saldare il conto delle utenze, della tari, della tasi, dell’imu, dell’acqua, del condominio (se c’è), del riscaldamento (in inverno).
Terzo: tra le facoltà del Comune ci saranno anche quelle di stabilire il numero massimo di ospiti che un appartamento può contenere in base alla superficie che occupa (d’accordo il buonsenso, ma il punto non è stanare i furbetti della stanza condivisa), poter autorizzare per una durata quinquennale e imporre limiti a uno stesso operatore. Questa legge, dice il consigliere toscano Gianni Anselmi (Pd) «è la prima in Italia e va a coprire la mancanza di una normativa nazionale. A chi ci accusa di essere contro il turismo rispondiamo che è nostro dovere governare i fenomeni».
Applaude il Movimento 5 Stelle (che con ogni probabilità voterà a favore) e applaude la Cgil, ma per il centrodestra la musica è di tutt’altro volume. Secondo Forza Italia è «incostituzionale»; per Fratelli d’Italia è «liberticida»; per Property manager Italia (che è un’associazione di categoria dei gestori degli affitti brevi) si ricontano «profili di illegittimità in primis perché le competenze legislative in materia di locazioni sono dello Stato tanto che tentativi simili sono già stati giudicati illegittimi dai tribunali».