Scintille in Senato

Meloni punge l'opposizione che usa Musk per criticarla

Dal cappotto di Obama alle basette di Milei, dal superbonus a Elon Musk. E così, tra gli «eeeeh» che arrivano dai banchi della sinistra e gli «ohh ohh» con cui Giorgia Meloni risponde loro facendo il verso, va in scena la seconda tappa delle comunicazioni della presidente del Consiglio al Parlamento in vista del Consiglio europeo.

La premier comincia in sordina, parlando dell’automotive e dell’approccio «troppo ideologico» avuto fin qui dall’Europa in tema di sostenibilità. E il tema dell’ambiente non è l’unico dossier su cui serve in Europa, dice, una inversione di rotta: «Io sono abbastanza ottimista, pronta a fare la mia parte quando fosse necessario anche a dire di no». Ma il clima si scalda quando, appunti sotto mano, risponde a chi le ha mosso delle critiche.

 

NESSUNA INGERENZA

Il primo della lista è Mario Monti. L’ex premier le aveva contestato di «erigere un privato, un grande genio come Elon Musk, a una forma di protettorato morale del nostro Paese». Meglio evitarlo, aveva detto, perché se lo si fa «c’è una perdita di dignità dello Stato». Risposta di Meloni: «Io ho buoni rapporti con un sacco di gente, ma non prendo ordini da nessuno, sono una persona libera (...)

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