Scacco matto
Giorgia Meloni, telefonata tra intelligence italiana e siriana: "Ragazzi, questo è il ruolo degli 007"
"Voglio dirvi come la penso": Giorgia Meloni, nelle sue comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo del 19 dicembre, ha detto la sua sulle indiscrezioni relative a una telefonata tra il capo dell'intelligence italiana e gli 007 siriani. "Avrei considerato più un'anomalia se il capo della nostra intelligence, in un momento così delicato per una Nazione così delicata, non avesse cercato di ottenere informazioni su quello che stava accadendo - ha detto la premier in aula, rivolgendosi a chi ha alzato polveroni sul tema -. Temo che questo sia il ruolo, ragazzi, della nostra intelligence”.
“E penso - ha proseguito la Meloni - che rientri nei doveri della nostra intelligence cogliere tutti gli elementi possibili da riferire all'autorità di Governo per consentire di avere maggiori elementi possibili per poter prendere le misure e le contromisure di quello che sta accadendo. Un conto è l'esistenza di un canale di interlocuzione, un conto è il contenuto delle conversazioni che viaggiano su questo canale". La presidente del Consiglio, poi, si è soffermata sul documento riservato del deposto governo di Damasco pubblicato su X dal giornalista investigativo Suhail al-Ghazi. Documento che attesterebbe l'esistenza di una telefonata tra Giovanni Caravelli, il generale che guida l’Aise, e il capo dell’intelligence siriana Hassan Luqa.
"Non penso che sarebbe utile soffermarmi su quanto possa essere attendibile il report della telefonata con il direttore di Aise che fa il direttore del servizio siriano uscente - ha detto la Meloni -. Chiaramente, resta ferma la disponibilità, immagino, del generale Caravelli a venire a riferire al Copasir, che è l'organo predisposto per dare questo genere di informazione”.