Occhio al caffè

Daniele Capezzone, e la 'grande analista politica': "Meloni ha paura di Schlein"?

Si è conclusa ieri la festa di Atreju con il discorso di Giorgia Meloni e una robusta polemica sui bersagli che la premier ha scelto: Landini, Prodi, Schlein, Saviano

"La logica dei nemici, la scelta dei nemici, è la tesi delle opposizioni mediatiche e politiche - spiega Daniele Capezzone nel suo "Occhio al caffè", la rassegna stampa politicamente scorrettissima di oggi -. E c'è anche una grande analista politica che dice: 'eh, perché non ha selezionato solo la Schlein ma l'ha affogata in un minestrone con tutti gli altri? Perché Meloni teme Schlein'. Una riflessione così... così... Scegliete voi l'aggettivo. Così geniale? O così inadeguata? Vedete voi".

Legge di bilancio: "Già non era entusiasmante - sottolinea quindi il direttore editoriale di Libero -, ma le ultime pezze sono francamente non all'altezza delle ambizioni. Invece grande discorso l'altra sera sempre ad Atreju del presidente argentino Milei", oggi intervistato dal direttore Mario Sechi sul Libero.

"Milei dice: non ci sono paesi in cui la ricetta liberista non possa venire applicata. Noi speriamo che queste parole vengano stampate e appiccicate sui muri da tutte le parti. Da sinistra si fanno le caricature su Milei, a destra lo applaudono ma nel giorno in cui arriva si aumentano le tariffe al casello autostradale e si aumentano gli stipendi ai ministri. Con la motosega c'entra poco. Suggeriamo meno applausi e più ascolto, compresa la parte in cui dice 'che servono i centristi? Quelli sono funzionali ai socialisti'".

Mario Draghi a dicembre 2024 si accorge che c'è un problema di salari bassi e come la risolve? "Più investimento pubblici. Quindi ci vuole più Europa, più green, più digitale, più spesa pubblica e in questa orgia di statalismo e pianificazione forse c'avrete qualche lira di stipendio in più. Da una parte c'è Milei e dall'altra c'è Draghi...".

Riprendono la parola anche Gentiloni sul Foglio e monsignor Zuppi su Repubblica. "Io noi, le migrazioni, il Mozambico...". E c'è la crisi isterica di Alan Friedman: "Si avvicina il 20 gennaio, con il giuramento di Donald Trump e i rinkamaliti sono destabilizzati".