tirata d'orecchie

Romano Prodi, attacco frontale alla sinistra europea: "Si sta auto-suicidando"

"Il dialogo è mancato negli ultimi anni della politica mondiale". A dirlo è Romano Prodi che si sofferma sull'elezione di Donald Trump per cui, "ora che arriva un bizzarro a capo della più importante nazione, magari si inizia a parlare". L'ex premier, intervenendo in Vaticano per una lezione dei 'Cammini Giubilari Sinodali', al simposio dal titolo 'Una carità sociale e politica, analisi del contesto geopolitico', ammette che anche lui ha scommesso sulla vittoria del tycoon. Il motivo? "Si finisce a parlare sempre tra noi stessi, siamo autoreferenziali. Uscendo da Harvard, dove tenevo una lezione, tutti nell'università dicevano che votavano contro Trump, vedendo le persone in giro ho capito invece che vinceva Trump, ho pure scommesso che vinceva". Insomma, un attacco senza troppi giri di parole. 

Ma Prodi non si risparmia neppure sulla sinistra: "La democrazia europea si sta auto-suicidando". Per lui, infatti, "si mostra come una casta chiusa, si deve dare un minimo di struttura e di regole, a partire dal diritto di veto, che porta sempre a una mediazione, che come visto alla fine favorisce nazionalismi e sovranismi. È per questo - spiega - che poi i giovani non votano, oppure scelgono l'autocrate che decide, evitando la frammentazione".

L'ex presidente del Consiglio dice la sua anche in merito all'immigrazione. E lo fa con una precisazione: "Sia chiaro io non sono per una immigrazione indiscriminata, perché metterebbe a rischio le strutture di accoglienza. Ma investiamo oggi su un problema che domani ci renderà la vita impossibile. Oggi non ci sono più italiani -conclude- nei turni di notte".