Il caso
Osnato smaschera Ruffini: "Con governo Meloni lui a disagio? Record nella lotta all'evasione"
Il numero uno dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha rassegnato le dimissioni. In un'intervista al Corriere Ruffini ha anche attaccato l'esecutivo in carica di Giorgia Meloni: Non mi era mai capitato di vedere pubblici funzionari essere additati come estorsori di un pizzo di Stato. Oppure di sentir dire che l'Agenzia delle Entrate tiene in ostaggio le famiglie, come fosse un sequestratore". "Attenzione però, se il Fisco in sé è demonizzato, si colpisce il cuore dello Stato, tanto più che il livello della tassazione lo decide il legislatore, non l'Agenzia". "Personalmente - rimarca - ho sempre pensato che a danneggiare i cittadini onesti siano gli evasori".
"Ho cercato di fare il possibile - riprende Ruffini in un altro passaggio dell'intervista - affinché, anche grazie alla tecnologia, fosse più facile individuare gli evasori, abbassare la pressione fiscale e cosi' pagare meno tasse. Oggi dal punto di vista tecnico questa possibilità c'è. Comunque, spetta alla politica decidere come e dove spendere le risorse. E se quelle a disposizione aumentano ma i soldi non bastano mai, forse - annota - dobbiamo iniziare a porci qualche domanda sul modo in cui vengono impiegati".
E alle parole di Ruffini ha risposto per le rime Marco Osnato, presidente della commissione Finanze della Camera e responsabile economia di Fratelli d’Italia: "Sicuramente gli auguriamo buona fortuna per le sue evoluzioni future. Dall’intervista che abbiamo letto stamattina riteniamo ci sia un pò di contraddizione in quanto lui prima evidenzia un certo malcelato disagio rispetto al fatto che doveva lavorare con un governo e una maggioranza che parlava di pizzo di Stato ed era poco attenta al tema dell’equità fiscale, poi invece dice che in questi anni ha avuto il massimo del risultati della lotta l’evasione e dal rientro l’evasione precedente. Quindi evidentemente nei fatti questo governo era molto più affine a questo pensiero di quanto lui credesse".