Referendum fatale per il comico

M5s. Grillo pugnalato al quorum e Conte balla sul cadavere

Quella di ieri sera non sarà l’ultima tappa dello scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, ma solo perché la questione è ormai personale molto più che politica. Il fondatore, «defenestrato da M5S», come ha detto di lui l’avvocato del popolo, continuerà a inventarsi trovate per disturbare colui che ritiene un usurpatore. Non avrà pace finché non lo farà cadere, ma quella data, a oggi, appare molto, molto lontana. Così almeno hanno sancito i 90mila iscritti, ai quali il comico aveva fatto appello per non farsi sbattere fuori dal Movimento, dopo che l’assemblea di due settimane fa aveva votato per revocargli il ruolo di garante. Con il 63 per cento dei sì e tanto di applauso liquidatorio all’enunciazione del risultato.

Grillo d’istinto ha fatto subito ricorso, ma non ci ha messo molto a rendersi conto che non sarebbe mai riuscito a ribaltare l’esito della prima votazione, quindi ha invitato tutti a disertare la consultazione di ieri per andare a prendere funghi, puntando sulla mancanza del quorum. Tattica confusionaria, visto che, nel caso non si raggiunga la metà più uno dei votanti, le richieste vengono bocciate automaticamente. Non a caso, infatti, solo Danilo Toninelli lo ha preso sul serio. (...)

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