Scivolone
Mimmo Lucano, la figuraccia: "Con Carola Rackete", ma la speronatrice è sparita
Dai “bronzi di Riace” al “giallo di Riace” il passo è breve e vede protagonisti i paladini dei migranti, gli europarlamentari Mimmo Lucano e Carola Rackete. Doveva esserci un incontro nel paese simbolo dell’accoglienza, ma della Rackete non ce n’è stata più traccia. Come racconta ilTempo, i fatti risalgono a giovedì scorso, quando Lucano sulla propria pagina Facebook dava risalto ad un’iniziativa particolare. Questo il suo post: “L’eurodeputata Carola Rackete visiterà Riace, il paese dell’accoglienza che incarna l’alternativa alle deportazioni in Albania, ai Cpr, ai lager e a tutte le politiche restrittive e disumane in Italia ed Europa.
L’attivista tedesca, comandante di una delle navi che salvano migranti nel Mediterraneo, sarà per la prima volta in Calabria. Ad accompagnare l’europarlamentare nella sua visita al paese dell’accoglienza, ci sarò io, i rappresentanti sindacali calabresi di Usb, Flai-Cgil e Nico Bavaro di Alleanza Verdi e Sinistra. Dopo la visita, si terrà un incontro pubblico con la cittadinanza. La presenza di Carola Rackete sarà un’importante occasione per discutere della lotta contro lo sfruttamento dei braccianti, dell'acqua pubblica e dei diritti di tutte e tutti. L’iniziativa si inserisce inoltre nel percorso di costruzione e condivisione di una proposta di direttiva da presentare all’Europarlamento, ispirata a una legge della regione Calabria del 2009 sull’accoglienza dei richiedenti asilo e sullo sviluppo delle comunità locali”.
Dopo che, quindi, questo evento è stato strombazzato ai quattro venti, però, dell’evento stesso non c’è più alcuna traccia. Che fine ha fatto Carola Rackete a Riace? Da Riace non arrivano né conferme né smentite, tutto tace in un’aura di mistero inspiegabile. Tre, allora, le supposizioni: o uno degli invitati non si è presentato per un malanno di stagione o gli addetti stampa non hanno fatto bene il loro lavoro e tardano a pubblicare documenti su quest’incontro (inverosimile) o è stato scelto a tavolino, per ragioni meramente politiche, di attendere ventiquattr’ore prima di pubblicare il tutto. Sta di fatto che, dopo tanto parlare, ora tutto tace. E c’è da ricordare che la sentenza del processo Open Arms è a stretta scadenza, cioè il 20 dicembre e vede imputato Matteo Salvini con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. L’allora ministro dell’Interno è accusato di aver negato illegittimamente, nell’agosto del 2019, alla nave della ong spagnola Open Arms di far sbarcare nel porto di Lampedusa 147 profughi soccorsi in mare. Mimmo Lucano dovrà dare presto una spiegazione.
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