Per la Chiesa è nociva l'alleanza con i rossi: persecuzioni e censura arrivano dai compagni
È alle spalle da più di tre decenni la stagione dello scudo crociato, durante la quale Alcide De Gasperi affermò che la Democrazia Cristiana prendeva i voti a destra per portarli a sinistra. Sono fallite sia la “scelta religiosa” dell’Azione Cattolica che quella “socialista” delle Acli del 1969. Nemmeno il cattocomunismo ha portato i risultati sperati, che si volevano concretizzare nella cancellazione della dottrina sociale della Chiesa a vantaggio dell’ideologia marxista. La vicenda dei cristiani italiani impegnati in politica ha un riflesso nell’elettorato statunitense cattolico che, benché tradizionalmente Democratico, dopo aver sperimentato negli ultimi quattro anni un cattolico abortista e favorevole all’immigrazione incontrollata come Joe Biden alla Casa Bianca, ha deciso a maggioranza di eleggere come presidente Donald Trump, secondo i dati emersi sui flussi di voto.
«Lasciati correggere, o Gerusalemme», recitava ieri la lettura profetica, tratta dal libro di Geremia, nella liturgia ambrosiana. Ma anche la realtà storica impartisce lezioni alle quali prestare orecchio, per non ridursi a «una desolazione, una terra disabitata». O, peggio ancora, una comunità perseguitata. Non solo in Cina, nei Paesi islamici o in Venezuela e Nicaragua. Perfino in Europa, come riporta l’Osservatorio sulla intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa, che elenca 2.444 casi di odio anti-cristiano nel 2023. Anche a Milano, come riferiscono le cronache prevalentemente locali, un convegno prolife organizzato dalla lista Obiettivo Studenti e dal Centro di aiuto alla vita è stato interrotto la settimana scorsa a suon di bestemmie, sputi e violenza fisica contro i partecipanti. Gli aggressori, che non ammettevano la testimonianza delle donne che hanno deciso di non abortire, facevano parte di un collettivo di sinistra, determinato a non concedere il diritto di parola ai nemici.
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Può accadere anche Oltretevere, ormai, che sia silenziata la voce di chi riconosce come principi non negoziabili la tutela della vita fin dal concepimento e fino alla morte naturale, della famiglia naturale composta da un uomo e una donna e la libertà d’educazione dei genitori. Quando il deputato Lorenzo Malagola ha presentato un emendamento alla legge sul bilancio per riconoscere un contributo economico, un voucher di 1.500 euro alle famiglie con Isee inferiore ai 40mila euro annui, che vogliono iscrivere un figlio a una scuola paritaria, dalle diverse forze politiche di opposizione, cioè dalla sinistra parlamentare, si è alzato un coro di proteste mentre il mondo cattolico non ha saputo prendere posizione su un tema non solo “identitario”, ma cruciale per sfuggire all’indottrinamento delle giovani generazioni da parte dello Stato, con buona pace del principio di sussidiarietà.
Se si fosse trattato di tagliare le prebende concesse alle cooperative che accolgono e assistono i migranti, si sarebbe acceso lo scontro sociale, con le “realtà ecclesiali” schierate in prima linea a ricordare il dovere della solidarietà. Del resto, per finanziare le imprese di Luca Casarini in fin dei conti servono sempre i soldi dello Stato, anche se vengono incanalati attraverso l’8 per mille. E allora, via alla persecuzione tributaria, magari con la benedizione di qualche alto prelato e un parallelo anàtema contro il peccato di evasione fiscale. Si è creata una mentalità assistenzialista anche nel mondo cattolico, a forza di sostituire la “buona stampa” con la propaganda nemica.
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